13-06-2020

Dievole, l’enologo Alberto Antonini guida di un viaggio tra i calici di Chianti e Bolgheri

Il gruppo, di proprietà del petroliere italo-argentino Alejandro Bulgheroni, si impegna al massimo per valorizzare le caratteristiche di ogni terroir con cui si esprime

Un’interessante degustazione digitale ci ha presentato la filosofia del Gruppo Dievole. Oggi è di proprietà del petroliere italo-argentino Alejandro Bulgheroni. Un uomo perdutamente innamorato di quella Toscana fatta di terroir vocati per produrre vini come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e un Bolgheri fuori dal comune.

Sostenibilità e qualità sono i dogmi che l’ingegner Bulgheroni ha imposto nelle sue tenute, avvalendosi di grandi professionisti del settore come Stefano Capurso, amministratore delegato del Gruppo, e l’enologo toscano, di fama mondiale, Alberto Antonini. Una bussola diretta verso un nord fatto di eleganza e basso impatto ambientale per produrre vini autenticamente toscani, che devi degustare per apprezzarli nel tempo.

In Italia il nuovo progetto Dievole partì in Chianti, alla fine del 2012 per poi esplorare le colline di Montalcino e, nel 2016, approdare a Bolgheri. Antonini ha affermato: «L’obiettivo di produrre vini cosiddetti texturali, dall’anima vibrante, ci porta a non perdere mai di vista alcuni elementi: le radici con il terreno che li compone, imparare a dosare e usare il legno, nemico invisibile per noi enologi, e riportare equilibrio gusto-olfattivo in ogni millesimo. Così si creano grandi vini e uno stile. Mi auguro sia riconoscibile quando si degustano i nostri vini».

Le origini dell’ingegner Bulgheroni e l’esperienza di Antonini in Argentina, Uruguay, Australia e Napa Valley in California ci fanno comprendere la visione di questi uomini. Una vera e propria valorizzazione, di apparente semplicità, di ciò che offre la natura e i suoli.

Vedi quelli limo-sabbiosi in Chianti oppure lo scenario, ben diverso, delle sabbie vulcaniche di Bolgheri alla tenuta Meraviglia. Questo anche grazie alla consulenza del cileno Pedro Parra, grande esperto di suoli, che ha condiviso con Antonini teorie applicate in vigna per ricercare i migliori terroir di ciascuna tenuta.

Non dimentichiamo l’enorme lavoro in cantina. Una sincronia perfetta tra fermentazioni spontanee, utilizzo di vasche in cemento tronco coniche che garantiscono ai lieviti una fermentazione molto lieve ed equilibrata e l’uso dei legni. Affinamenti in botti grandi per una valorizzazione estrema delle uve di Dievole.Massima estrazione di freschezza: elemento costante nella degustazione.

Gli assaggi confermano le teorie. Il Chianti Classico Gran Selezione Vigna di Sessina 2016, 100% sangiovese. Grande annata in Chianti, esprime il concetto di uve provenienti da una appezzamento sito a 450 metri s.l.m. 6 ettari il vigneto, esposto a Sud. Affinamento di 17 mesi in botti di rovere francese. Sorso di forte autorevolezza con una spina acida marcata. Aromi in evoluzione dalla complessità emozionante. Frutta rossa ben alternata a note balsamiche.

Passando al Bolgheri Superiore Maestro di Cava 2017 si esplora il Cabernet Franc nella sua purezza più coinvolgente. L’anima di questo vino è calda, come l’annata d’altronde. Un vino vibrante dal sorso serrato e persistenza infinita.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

Consulta tutti gli articoli dell'autore