07-04-2020

Col di Lamo, Montalcino al femminile

Gianna Neri con tenacia e costanza ha creato una cantina che rappresenta appieno l'identità sua e di un territorio

Gianna Neri, fondatrice dell'azienda vitivinic

Gianna Neri, fondatrice dell'azienda vitivinicola Col di Lamo, a Montalcino 

Per una volta potremmo quasi smentire la celebre frase di Plinio, secondo cui “in vino veritas”, perché conoscere Giovanna Neri, per tutti Gianna, è la parafrasi perfetta che la verità è nella sua anima tenace da vignaiola che ha creato, con estrema femminilità, il suo Brunello. Genitrice di un’azienda tutta sua a Montalcino, Col di Lamo, una sintesi impeccabile di ciò che lei desidera da un vino.

Il cognome non conduce a un caso di omonimia in zona. Gianna è figlia di Giovanni Neri e sorella di Giacomo Neri, ossia Casanova di Neri, ma a un certo punto della sua vita ha deciso di percorrere la sua strada. Laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti, ha abbandonato qualsiasi ipotesi di carriera forense per affrontare con responsabilità e molti ostacoli il ruolo di donna del vino.

Un periodo della sua vita privata che la rese mamma della bellissima Diletta e, subito dopo, donna capofamiglia con occupazione a tempo pieno della crescita della sua bimba. Contemporaneamente gestì il debutto del suo progetto enoico con una singolare fermezza di idee. Una conciliazione di tanti mondi che l’universo femminile affronta con coraggio, a volte con la consapevolezza di ciò che potrebbe accadere, anche se l’ imprevisto è, immancabilmente, dietro l’angolo.

Ci racconta: «I miei inizi sono stati complicati, prima di poter costruire la cantina ho iniziato con due capanne vicino al vigneto e vinificavo in un garage. Desideravo fortemente un vino che mi rappresentasse con uno stile caratterizzante del mio temperamento. Produco il mio Brunello e voglio che questo vino rifletta il mio concetto di Montalcino. Diletta è al mio fianco e per altro è diventata, anche lei, mamma. Lavoriamo sempre per migliorarci perché questo mantra ci permette di costruire nuovo futuro».

Col di Lamo si identifica con il profilo di una donna. La femminilità è al centro dei prodotti che la terra genera. La cantina, con stile moderno, produce, affina e promuove in tutto il mondo. L’ azienda ha 9,5 ettari complessivi di cui 6 a Brunello, 1,5 a Rosso di Montalcino, mentre la restante parte è destinata a vini di Indicazione Geografica Tipica. Il primo millesimo di Brunello di Montalcino Col di Lamo è 2003, per arrivare al presente con 12 annate prodotte.

L’ultima annata, appena presentata alle anteprime toscane, è la straordinaria 2015. Gianna sostiene: «Il 2015 è un grande millesimo, ma il 2016 sarà ancora meglio, secondo me. Subito dopo le anteprime di febbraio sono volata negli Stati Uniti per un road show di promozione. Dal Texas al Connecticut per arrivare a New York. Era il 25 febbraio e l’Italia iniziava ad avvertire questo clima di crisi mentre, dov’ero, dall’altra parte del mondo, qualcuno ironizzava e trattava noi italiani in maniera atipica. Solitamente viaggio con le compagnie di bandiera americane, ma per fortuna programmai questo viaggio con Alitalia. Cancellati tutti i voli di linea, fu la mia salvezza aver pensato di volare con un’altra compagnia per rientrare, in tempo da record, a Montalcino e chiudermi nel mio eremo a Col di Lamo. So di essere una privilegiata perché la mia quarantena è nel posto che io amo di più, casa mia, i miei vigneti e la mia terra. Il mio podere è isolato. La casa più vicina dista almeno quattro chilometri, quindi mi sento protetta».

A Montalcino Gianna continua a lavorare con il delivery e l’e-commerce, chiunque voglia acquistare i suoi vini può mettersi in contatto con lei, che sarà in grado di spedire in tempi rapidi: coldilamo@alice.it. Le abbiamo chiesto come vive questo momento del mondo del vino e cosa sta programmando per i mesi futuri: «C’è stato uno stop micidiale. Sarei un’irresponsabile a non sottolineare che la cosa importante è la salute delle persone. Certo, il mondo del vino oggi è diviso tra chi fa una distribuzione allargata ed è in grande distribuzione e, indubbiamente, sta vendendo di più; e quelli che, come me, si occupano solo del canale ho.re.ca., e sono bloccati perché i clienti sono necessariamente chiusi. Il consumo domestico con l’e-commerce è aumentato, anche perché non c’è il problema di guidare e limitare la piacevolezza di degustare un buon vino. Sono convinta che siano state ottime le scelte di annullare le fiere del vino. Come immaginare la gestione di una degustazione ai nostri stand tenendo alti gli standard di sicurezza? Impossibile».

«In questi giorni mi dedico a sentire i miei distributori e clienti con più attenzioni di prima, perché le frenesie e i lunghi viaggi per lavoro, spesso, limitano questa buona abitudine. Il mio fatturato è diviso quasi equamente tra Italia, Europa e America sicché sono convinta che le difficoltà devono essere superate cercando di immaginare un tempo migliore. Sono moderatamente ottimista sul futuro. Il lavoro in campagna va avanti. Noi stiamo zappando la vigna nuova e il settore agricolo lavora come non fosse successo nulla. La natura, per fortuna, non teme il Virus. Dobbiamo bere italiano e cercare di fare rete e sistema per divulgare questo messaggio. L’agricoltura italiana è un fiore all’ occhiello».

Certamente parlare di uno dei vini più celebri al mondo, il Brunello di Montalcino, permette dialoghi privilegiati: ma l’essere donna, senza affrontare argomenti legati al sessismo, cela, anche oggi, qualche barriera in più. Gianna sottolinea: «Io sono stata una delle prime donna a creare, da sola, un’azienda dandole un nome come a un figlio. Ho abbandonato la mia laurea e mi sono dedicata a Col di Lamo. Oggi il Consorzio del Brunello di Montalcino ha una donna come consigliera e questo è un nuovo segnale. Vorrei ci fosse anche un futuro presidente donna perché la visione femminile è diversa, senza polemica o discorsi di genere». 

In attesa di tornare alla normalità, occorre lavorare di autocritica e capire dove voler andare per generare nuove opportunità, perché lo stare a casa non è affatto sinonimo di sedentarietà. Correre all’impazzata nel lavoro non sempre fa stare in forma.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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