11-03-2020
Il presidente del Consorzio Ovada Italo Danielli brinda con il vicepresidente Daniele Oddone
Passare da quella che era stata definita “l’Ovada revolution” alla “Ovada evolution”. Cioè fare un altro passo in avanti.
È questo un concetto che esce con forza dal banco d’assaggio organizzato a Milano, con la collaborazione dell’Ais Lombardia, dal Consorzio di Tutela dell’Ovada Docg, che ha portato in rassegna la produzione delle 37 aziende associate.
Il banco di assaggio che si è tenuto a Milano alcune settimane fa
La differenza è determinata non solo dai terreni, ma anche dal microclima della zona. L’area geografica di produzione dell’Ovada, infatti, ha un tasso di precipitazioni molto alte. Ma anche qui non bisogna farsi ingannare: le piogge, infatti, si concentrano in autunno e in inverno, creando un’importante riserva idrica, mentre l’estate diventa secca e asciutta. E qui interviene un altro fattore: si tratta del Marìn, che, come dice il nome, giunge proprio dal mare che, in linea d’aria, non è affatto distante dalla zona.
Roberto Porciello di Cascina Boccaccio
L’ultimo elemento è quello umano: i produttori. Ci troviamo infatti in una zona dove si sono affacciati molti giovani, che hanno ereditato le aziende storiche, portando un’idea nuova nell’Ovada. Questa è stata “l’Ovada revolution”, con i produttori che prima di tutto si sono incontrati e confrontati, e che hanno man mano preso la consapevolezza del potenziale del Dolcetto in questa zona. Si tratta, infatti, del “Paradosso dell’Ovada”: non Dolcetti di pronta beva, ma vini complessi che hanno un elevato potenziale di affinamento.
Federica Torello Rovereto di Castello di Grillano
Durante il banco di assaggio milanese, abbiamo notato che la maggior parte di vini proposti hanno un trait d’union chiaro. Alcune aziende devono ancora affinare la mano, rendere i loro prodotti più eleganti, ma potrebbe essere considerato un “peccato di gioventù”.
Federica Carraro di Le Marne
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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