17-09-2019

Montiano 2016, la nuova identità del Merlot della Famiglia Cotarella

E' stato presentato in anteprima mondiale a Identità Golose Milano il nuovo millesimo di un vino iconico, creato nel 1993

Il Montiano 2016 è anche il simbolo di un passa

Il Montiano 2016 è anche il simbolo di un passaggio generazionale nella famiglia Cotarella. In foto, da destra, Riccardo Cotarella con la nipote Enrica e la figlia Dominga 

Oggi è una data importante per la famiglia Cotarella e per Identità Golose Milano che ha ospitato invia Romagnosi 3 l’anteprima mondiale del Montiano 2016, il grande Merlot creato nel 1993. Quando uscì la prima annata di Montiano i fratelli Riccardo e Renzo Cotarella non erano così conosciuti nel mondo del vino anche se Renzo dirigeva già Castello della Sala della famiglia Antinori.

Riccardo, presidente Assoenologi e winemaker conosciuto in tutto il mondo, racconta la genesi di questo progetto segnato dal suo primo viaggio, nel 1988, a Bordeaux. Fu il grande critico Robert Parker a raccomandarlo nei più grandi Château di Pomerol e Saint-Emillon, un viaggio fondamentale per la nascita di Montiano.

Afferma Riccardo Cotarella: «Non avevo mai visto quelle terre e mi resi conto di vivere in un altro pianeta. Ho compreso subito il forte legame tra quei grandi Merlot e un articolato concetto culturale, non era un’enologia diversa, ma utopia pura pensando alle mie terre natie. Folgorato dal Merlot a Pomerol riuscii ad avere delle gemme di quel grande vino per provare a innestarle a casa. Lo feci in vigne di Trebbiano e questo creò la rivoluzione. Persino il parroco di Montefiascone, Don Giuseppe, mi prese da parte dicendomi che stavo distruggendo la tradizione. Quelle erano terre da vini bianchi e un rosso non serviva. Dal punto di vista sociale furono anni drammatici ma siamo andati avanti».

Dominga e Riccardo Cotarella

Dominga e Riccardo Cotarella

Oggi con a fianco la figlia Dominga, e con il 2016, si parla di un Montiano della nuova generazione. Il marito di Dominga, Pierpaolo Chiasso. E' l’enologo, braccio destro di Cotarella, che ha creato, in autonomia, questo grande millesimo. Continua Cotarella: «Quest’anno abbiamo dedicato una nuova cantina appositamente per il Montiano, ho chiesto sommessamente di poterla chiamare Casa Montiano, ma la risposta delle nostre eredi ha fatto capire a me e, a mio fratello Renzo, che stava iniziando una nuova era per il Montiano e dovevano mandare avanti i giovani. È il vino sul quale noi abbiamo puntato con la convinzione che il Lazio sia una regione senza vitigni autoctoni o meglio, che non si distingue per vitigni che danno visibilità al territorio in cui vengono piantati. La grande novità è il piacere di poter donare ai giovani i propri progetti: io insegno e trasferisco ai miei studenti la mia vita da enologo e vignaiolo. E' un grande motivo di orgoglio lasciare spazio alle nostre eredi, che devono portare avanti al meglio il nostro credo. Io e mio fratello siamo stati fortunati con le figlie e, vi sembrerà bizzarro, ancor meglio con i generi».

I fratelli Cotarella producono Montiano dal 1993, anno dopo anno, tranne il millesimo 2003. E' un vino che si distingue per tannini setosi che evidenziano spiccate note di frutti rossi, marasca in primis, vaniglia e speziature dolci, caratterizzando un vino ricco di fascino e senza tempo. Un vino che non ha un costo inaccessibile e vuole celebrare l’unicità di quel terroir.

L’azienda rinnovata ormai da oltre un decennio si trova a Montecchio, in Umbria, vicino a Baschi e Castiglione in Teverina, quasi al confine con il Lazio. A condurla oggi ci sono Dominga, agronoma prestata al commerciale, e le figlie di Renzo CotarellaMarta colonna amministrativa e la sorella Enrica, responsabile immagine e comunicazione.

Un legame familiare incredibile che le porta a chiamarsi sorelle tra tutte loro, e ad aver deciso, qualche anno fa, di fondare insieme Intrecci, la prima accademia di alta formazione di sala proprio a Castiglione in Teverina.

Tre donne molto tenaci, che sanno di essere state fortunate a portare quel cognome, ma hanno saputo con la loro bravura conquistare i fornitori, la stampa e i clienti, portando avanti con estrema convinzione la filosofia della famiglia.

Un impegno che le ha portate a creare un brand con al centro lo stemma di famiglia, fedeli a uno spirito che guarda al futuro, senza mai perdere di vista il passato e i propri genitori.

La nuova etichetta del Montiano 2016

La nuova etichetta del Montiano 2016

Proprio Dominga ci dice: «Questo nuovo capitolo di Montiano non è una rivoluzione, ma è un’evoluzione. La vera rivoluzione la fece mio padre nel 1993, la seconda generazione della famiglia Cotarella vuole evolversi, noi abbiamo come ossessione il concetto di identità. Crediamo con fermezza che non ci siano progetti senza il possesso di una vera identità, non solo per il Montiano 2016, ma per tutto il nostro percorso. Dopo 37 anni l’azienda ha cambiato nome in Famiglia Cotarella, ed è la firma di mio nonno Domenico a tracciare il nostro nuovo logo. Varietà e territorio, più la capacità di interpretarli, sono i nostri punti fermi. Questo nuovo Montiano ha visto il grande lavoro anche di Enrica, che ha studiato con una squadra molto affiatata di nostri collaboratori una nuova veste grafica. Ne è nata un’etichetta dove lo sfondo ricorda il viaggio, le stagioni e in qualche modo suggella una nuova era».

Oggi il millesimo 2016 è frutto di una produzione ridotta del 30%: meno bottiglie, ma un valore di ogni creazione enoica messo sul mercato a un prezzo accessibile. 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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