23-08-2019
Hideyuki Miyakawa con la figlia Maria Shizuko
Sughere, olivi secolari e viti riflettono i caratteri della campagna di Suvereto, alta maremma in provincia di Livorno. Questi boschi di sughere, mescolati alla profumata e variegata macchia mediterranea, hanno conquistato il cuore sensibile di Hideyuki Miyakawa, che nel 1983, insieme alla prima moglie Maria Luisa Bassano e ad altre tre famiglie, concretizzano il desiderio di vivere come un unico nucleo familiare allargato nella natura, slegato dai canoni sociali tradizionali.
Nasce così nella campagna di Suvereto l’Azienda Agricola Bulichella; una scelta senza dubbio fuori dal comune, dettata dalla consapevolezza e dal bisogno di abbracciare uno stile di vita più lento, genuino e rispettoso dell’ambiente e del tessuto sociale.
Raggiunto il successo come imprenditore, si dedica con la moglie in modo sempre più attento alla realtà agricola toscana. Nel 1999 la famiglia Miyakawa rileva le quote degli altri soci diventando unica proprietaria della tenuta, con una decisa svolta imprenditoriale orientata verso la viticoltura l’attività principale della tenuta. Da sempre attenti e rispettosi dell’ambiente, in quegli stessi anni decidono di seguire i dettami dell’agricoltura biologica. Oggi tutti i loro prodotti godono della Certificazione Biologica ICEA, che garantisce la qualità dell’intera filiera di lavorazione; inoltre la produzione dell’energia elettrica dell’azienda viene fornita principalmente da un impianto fotovoltaico.
I principali vini dell'azienda Bulichella
Il processo enologico è sotto la guida professionale dell’enologo Luca d’Attoma, l’agronomo Andrea Lupi coadiuvato dal sensibile Stefano Benvenuti, che segue l’azienda da 1999, mettendo in campo progetti nuovi e vini nuovi in linea con la filosofia di Hideyuki e della figlia Maria Shizuko, che oggi coadiuva il padre in questo progetto familiare.
La tenuta a Suvereto
Dalla vigna Montepeloso, nasce il Coldipietrerosse, vino simbolo dell’azienda; produzione di nicchia è il Maria Shizuko, ottenuto da uve Merlot selezionate dal vigneto Schiena d’asino, prodotto in sole 600 bottiglie e dedicato appunto ad una delle figlie di Hideyuki, attuale amministratrice e volto aziendale insieme al padre.
Sette le referenze totali, connotate da etichette affascinanti e frutto del lavoro di restyling iniziato nel 2018, realizzate della collaborazione tra lo scenografo Francesco Sala e due figli di Hydeyuki, Orso e Nicolò Miyakawa. Possono essere definite “etichette parlanti” perché raccontano graficamente tutta la cura, la storia e l’amore, di questa famiglia.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino