26-04-2019

Tenute Lunelli, la filosofia di famiglia in Trentino, Toscana e Umbria

Non solo le bollicine di Ferrari: Alessandro Lunelli presenta le tre aziende. «Applichiamo il nostro stile in altri territor»

Non solo bollicine Ferrari: ecco le Tenute Lunelli

Non solo bollicine Ferrari: ecco le Tenute Lunelli (foto Brambilla/Serrani)

Non solo bollicine. E non solo Trentino. La famiglia Lunelli, infatti, è nota per portare avanti con eleganza e autorevolezza il nome Ferrari in tutto il mondo: bollicine di classe che riescono a dare soddisfazione a ogni tipo di appassionato.

Meno nota, invece, è la produzione di vini fermi.

Alessandro Lunelli presenta le Tenute (foto Brambilla/Serrani)

Alessandro Lunelli presenta le Tenute (foto Brambilla/Serrani)

«Certe volte – sorride Alessandro Lunelli, intervenuto durante una degustazione allo scorso Congresso di Identità Golose – ci chiedono da quanto tempo facciamo questi vini. Beh, sono 30 anni che li produciamo in Trentino». La volontà è chiara: «Vogliamo applicare il nostro stile in altri territori delle Tenute Lunelli».

E non ci si ferma solo alla Tenuta Margon, casa madre in Trentino, ma ci sono anche i territori di Podernovo e Castelbuono, in Toscana e in Umbria.

Alessandro Lunelli e Luca D'Attoma sul palco di Identità Golose (foto Brambilla/Serrani)

Alessandro Lunelli e Luca D'Attoma sul palco di Identità Golose (foto Brambilla/Serrani)

Per sviluppare a livello qualitativo la produzione dei vini fermi delle tre tenute, la famiglia Lunelli si è affidata all’enologo Luca D’Attoma, nome di rilievo nel mondo dell’enologia italiana: «Nella vita passano tanti treni – ha spiegato il tecnico toscano - un giorno è passato quello di Tenute Lunelli. Ci siamo trovati subito bene: c’è tanta sinergia con la famiglia Lunelli».

L’idea è quella di trasferire la filosofia di Ferrari anche nei vini fermi, cercando di valorizzare al massimo le singole caratteristiche dei territori.

Tenuta Margon è la "casa madre" della famiglia Lunelli

Tenuta Margon è la "casa madre" della famiglia Lunelli

«La Tenuta Margon – spiega Alessandro Lunelli  - è il nostro gioiello, circondato dalle montagne, nonché sede di rappresentanza della nostra azienda. Già nel 1987 abbiamo fatto le prime bottiglie di vini fermi: la Chardonnay qui è il principe». E l’espressione che ha nel bicchiere (l’annata degustata è il 2016, sei mesi di barrique) è ampia e piacevole.

Ma, come detto, non c’è solo il Trentino: si passa in Toscana: «Nel 1999 – evidenzia ancora Alessandro Lunelli – siamo andati a vedere un vigneto molto bello, che, dopo una selezione massale, abbiamo deciso di replicare in altre parti del territorio. Abbiamo puntato fin da subito sul Sangiovese, ma lo abbiamo interpretato con Merlot e Cabernet Franc per dare un tocco di internazionalità al vino, visto che non ci troviamo lontani dalla costa bolgherese, a circa 30 chilometri dalla costa».

La tenuta di Podernovo in Toscana

La tenuta di Podernovo in Toscana

Così nasce Teuto, Costa Toscana Igt, con 65% Sangiovese, 30% Merlot, 5% Cabernet Franc, 18 mesi tra tonneaux e botte grande per il Sangiovese, solo barrique per gli internazionali.

Ma c’era anche il pallino del Cabernet Franc che, come descritto da D’Attoma, «è un’uva che si adatta molto bene e sa esaltare le caratteristiche dei singoli terroir». Il risultato è l’Auritea: l’annata 2015 si esprime in freschezza e precisione, con una buona longevità.

Il Carapace disegnato da Arnaldo Pomodoro

Il Carapace disegnato da Arnaldo Pomodoro

Passando in Umbria, invece, si arriva a un clima continentale, con terreni differenti dalla Toscana, escursioni termiche molto più forti. E con una cantina realizzata da Arnaldo Pomodoro, a forma di carapace, capace di sposare l’arte e il vino.

Il progetto ha portato l’azienda a ottenere nel 2014 il certificato biologico. E qui si cerca di sperimentare. Si parte con il Lampante, un Rosso di Montefalco riserva realizzato con Sangiovese 70%, Sagrantino 15%, Cabernet e Merlot per la restante parte. Un vino che è un buon “ingresso” nel mondo della produzione umbra della famiglia Lunelli.

L'interno della cantina di Castelbuono in Umbria

L'interno della cantina di Castelbuono in Umbria

Ma si punta molto al Montefalco Sagrantino: «Il Sagrantino è una delle uve più tanniche d’Italia – racconta Alessandro Lunelli - è tardivo ed è sempre “una lotta”. Vendemmiare, in questo caso, significa trovare il giusto punto d’equilibrio, ma poi in cantina facciamo macerazioni abbastanza lunghe con rimontaggi minimi se non assenti, per non aver eccessivo contatto con i vinaccioli». Insomma, non si cerca la concentrazione, ma l’ampiezza. Da qui nasce il Carapace, 100% Sagrantino: l’annata 2010, abbastanza piovosa, ha lasciato un vino ancora integro e persistenze.

L’annata 2015, invece, nasconde un piccolo segreto: con l’arrivo di D’Attoma, infatti, la vinificazione è stata divisa in acciaio, legno e terracotta, per la precisione orci. «Con le uve bisogna parlarci, ogni tanto anche con il vino – spiega D’Attoma - nel senso che bisogna trovare quel metodo per cui, usando quelle tecniche non sempre convenzionali, si riesca a fare un vino che ci piace di più». Il Carapace 2015 ha sicuramente un’altra personalità: ricco di materia, ma con un tannino elegante e un buon equilibrio. In linea con la filosofia di famiglia Lunelli, d’altronde.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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