07-03-2019
“Dietro ogni nostro prodotto c'è un nome e una tradizione, le antiche radici giocano un ruolo fondamentale nella nostra produzione, senza per questo inibire il nostro spirito dinamico.” questo ama sottolineare il giovane Fabio de Beaumont, vigneron e produttore dell’omonima azienda di Castelvetere sul Calore, Avellino, già latifondista e feudataria nel Seicento, ora possidente di terreni destinati alle attività agricole e produttive.
Fabio, con il supporto della nonna Sandra, del papà Francesco e dall’agronomo Marco Moccia, dirige con energia la sua giovane realtà perseguendo il rispetto per le tradizioni e per il territorio. Fabio gestisce in modo attento le sue vigne allevate ad Aglianico e Barbera, che concorrono alla produzione del suo Don Fa, un vino fortificato e aromatizzato, che nasce dalla rivisitazione di un’antica ricetta dei Baroni de Beaumont risalente al 1500, vino che viene poi aromatizzato con sole foglie di amarena e fortificato con poco alcool e zucchero.
Quello su cui ci vogliamo soffermare è però il suo Fra' Amedeo, che a prima vista potrebbe far pensare al classico Nocino, ma che invece dietro la sua produzione racconta una delle tante storie della nobile famiglia de Beaumont. Fra' Amedeo era infatti un frate francescano di Massa Lubrense, grande amico di famiglia e in particolare della nonna Alessandra (Donna Sa'). Di lui conservano gelosamente il suo libro di ricette di liquori e piatti tipici, tra cui risalta la ricetta del nocino donata alla famiglia de Beaumont nella prima metà del ‘900, che con costanza e dedizione viene riproposta. Da allora ogni anno il 24 giugno, il giorno di San Giovanni, a casa de Beaumont si produce il nocino da bere nel periodo natalizio dello stesso anno.
Particolare dell'azienda agricola
La loro ricetta prevede l'utilizzo di cannella, noce moscata e chiodi di garofano da mettere in infusione nell'alcool puro insieme al mallo della noce a cui viene successivamente aggiunto lo sciroppo di zucchero.
Ma di che colore è il mallo della noce? Secondo la natura è verde, ma attraverso un'attenta macerazione in vetro e un successivo affinamento in acciaio riescono a imbottigliare un prodotto di un colore molto scuro tra il nero e il petrolio che conserva le striature verdi tipiche del colore del mallo. In questo modo il prodotto ottenuto è vivo grazie all'assenza di filtrazione e conserva tutti i polifenoli straordinari del mallo di noce. La produzione è ovviamente di nicchia, parliamo di circa 2.000 bottiglie all'anno, questo proprio perché per produrlo vengono utilizzate solo le loro noci, per essere sicuri dell'alto standard qualitativo.
Fabio De Beaumont
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino