12-01-2019
Francesco Salvo, Nicola Roni e Luciana Squadrilli alla serata organizzata dallo Champagne Bureau a Napoli
Champagne e pizza, storia di un amore a prima vista. Anzi, al primo assaggio. Ovviamente a Napoli.
L’abbinamento tra il prezioso vino francese e la pietanza più amata dagli italiani assieme alla pasta non è una novità, ma forse quello che è cambiato è il punto di vista, il modo di approcciarsi sia allo Champagne, sia alla pizza.
Le pizze di Francesco Salvo hanno centrato l'obiettivo
A condurre la serata, voluta dal direttore Domenico Avolio, sono stati Nicola Roni, ambasciatore italiano dello Champagne per il 2007, e Luciana Squadrilli, giornalista e autrice di vari libri, l’ultimo dei quali si intitola Pizza e Bolle, scritto insieme a Tania Mauri, che racconta proprio di questi abbinamenti fuori dagli schemi.
La serata ha registrato il tutto esaurito
Ma “popolare” non significa affatto banale, e lo sottolinea proprio Luciana Squadrilli: se da una parte lo Champagne vuole essere meno elitario, dall’altra negli ultimi anni la pizza è diventata sempre di più un prodotto da non sottovalutare, a partire dalla qualità degli ingredienti fino ad arrivare, aspetto che non si deve affatto dimenticare, alla tecnica e alla bravura dei singoli pizzaioli. Cioè, la pizza (e non solo quella gourmet, che va tanto di moda), sta alzando il proprio livello. O meglio, il livello sta lievitando.
Luciana Squadrilli e Francesco Salvo, che mostra la sia pizza fritta
L’eleganza del Blanc de Blancs Pommery è stata uguagliata dalla pizza ai sei pomodori, che i fratelli Salvo realizzano con diverse varietà (pomodori del Piennolo, di Corbara, San Marzano e ciliegino) e declinate in differenti preparazioni (fresco, alla griglia, in salsa).
Il Blanc de Blancs Pommery, ottimo in abbinamento
Il menù, poi, prevedeva anche l’assaggio di due pizze più innovative e sicuramente impegnative: una con broccoli, arancia, crumble di olive infornate e guanciale di maiale, e l’altra con friarielli, prosciutto crudo San Daniele, provolone stagionato e fichi secchi. A tener testa a queste due esplosioni di sapore, la Cuvèe Prestige di Collard-Picard, un vino realizzato con 50% Chardonnay, 25% Pinot Noir e 25% Meunier, ma soprattutto con una notevole presenza di vini di riserva (di tre annate precedenti) che hanno unito all’acidità dello Champagne anche una notevole ricchezza aromatica. Un’esperienza ragguardevole.
Pouillon Rosé in abbinamento alla pizza fritta
Il risultato finale? Lo Champagne ha effettivamente dimostrato di poter essere un vino molto duttile e piacevole in varie situazioni, mentre la pizza è uscita a testa alta, con qualità sbalorditive. Una vittoria per entrambi.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose