08-12-2018
Il menu studiato da Luigi Taglienti per la prima serata targata Krug da LUME ha raccontato della sua passione per la selvaggina. Non casualmente abbinata al più giovame, anticonformista e indisciplinato degli champagne della Maison, il Rosè
Il ristorante milanese LUME, guidato dallo chef Luigi Taglienti, una stella Michelin, quest'anno è entrato a far parte del prestigioso circuito delle Krug Ambassade. Si tratta di un network che raccoglie ristoranti, enoteche e hotel di tutto il mondo, unite dalla passione con cui condividono ed esaltano la filosofia della celebre Maison de Champagne Krug.
Per onorare questa novità, Taglienti ha ospitato qualche sera fa nel suo locale la prima cena dei "Krug Lovers": occasioni che permettono l'abbinamento tra grandi cuvée Krug e menu speciali, pensati appositamente. In questo caso lo chef di origini liguri ha scelto di cimentarsi in un degustazione tutto dedicato a una delle sue più grandi passioni: la selvaggina.
Luigi Taglienti
La partenza è stata fulminante: la Triglia di scoglio cotta al fuoco della salamandra è stata presentata con un ripieno di royale di lepre e una salsa, perfetta come tutte quelle che hanno caratterizzato questa cena, ottenuta con le lische e i resti della triglia e addensata con il sangue della lepre. Infine un tocco agrumato, con la sua misurata acidità, ha avuto il compito di amalgamare splendidamente dei sapori che potrebbero sembrare distanti.
Triglia
Non da meno sono stati gli altri abbinamenti che hanno arricchito la serata, permettendo a due grandissimi Rosè di esprimersi in tutta le loro scintillanti differenze. Si tratta di una produzione relativamente recente per la Maison fondata nel 1843 da Joseph Krug: è stata infatta inaugurata nel 1976 e a fine settembre 2018 è stata presentata quella che è solamente la 22esima edizione. Anche per questo motivo la linea Rosè è la più anticonformista, la più "selvaggia", e per questo ha ispirato l'idea di un degustazione a base di selvaggina.
Due Rosè squisiti, che all'assaggio dimostrano interessanti differenze tra loro
A cui Taglienti ha fatto onore proponendo piatti altrettanto raffinati e complessi, come i Ravioli di colombaccio, serviti con una salsa ottenuta dai suoi fegatini, e guarniti con il suo petto, cotto con maestria e delizatezza. O il Germano reale, proposto in tre cotture diverse per petto, coscia e filetto.
Questi e gli altri piatti, nelle fotografie scattate da Claudia Calegari.
Colombaccio
Germano reale
Pernice rossa cucinata in casseruola ziti farciti di zucca “potimarron” e salsa al fegato grasso
Filetto di sella di capriolo cotto al fuoco della brace, mele alla cannella e rapa bianca, nocciole e salsa poivrade
Meringata
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia