20-11-2018
Enrico e Jole Dellapiana, fratello e sorella, titolari della Cantina Rizzi, in località Rizzi 15 a Treiso (Cuneo)
Il giallo senape e il rosso mattone hanno preso il posto del verde acceso nei colori delle foglie delle viti. I grappoli, che fino a qualche settimana fa, ricchi e colmi di zuccheri e nettare, riempivano i tralci ora, a vendemmia terminata, sono già mosto nelle vasche di fermentazione. In giro nessun trattore a portar cassette colme di uva in cantina. Per le strade solo auto dalle targhe straniere, guidate dai turisti richiamati in Langa dal tartufo, prezioso diamante ipogeo novembrino. E’ passato meno di un mese dal raccolto 2018, periodo di lavoro, fatica e speranze. Quelle che si ripongono nell’uva, frutto di un’annata eccellente in vigna, ora da confermare ed esaltare in cantina. Perché se è vero che un grande vino non può che venire da una grande uva, il risultato non è certamente scontato. I presupposti per un ottimo 2018 ci sono tutti: “E’ stato un inverno con neve arrivata tardi, anche ai primi di marzo – racconta Enrico Dellapiana, enologo della Cantina Rizzi di Treiso - seguito da un primavera più secca ad aprile e piovosa a maggio, ma mai fredda. Condizioni ottimali che ci hanno proiettato verso un estate calda e un autunno a dir poco spettacolare. Ottobre ha regalato notti fresche e giornate con punte di 26, 27 gradi: escursioni termiche che esaltano il nebbiolo”.
Uno dei cru di Cantina Rizzi
Le vasche in acciaio
Parte del raccolto
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf