02-11-2018
«Dobbiamo fidarci del Durello». A dirlo è Renato Cecchin, uno dei padri di questo vino, che crede nelle potenzialità di questo vitigno che, spumantizzato, può dare grandi risultati.
Un riflessione semplice ma significativa, che spiega come Durello and Friends, la manifestazione che si è svolta a Villa Bonin a Vicenza e dedicata allo spumante autoctono, alla quale hanno partecipato 28 cantine (sulle 32 consorziate), che hanno presentato più di 100 espressioni d’identità territoriale in chiave spumantistica, e oltre 1200 persone in due giorni, tra operatori, ristoratori e winelovers.
Per quanto riguarda lo charmat (o meglio dire metodo italiano), si tratta di un vino più immediato, giovane, fresco, ma anche più profondo e lungo della media dei Prosecco Doc. Una bollicina che piace per l’aperitivo, ma che può anche accompagnare qualche piatto, grazie alla sua spiccata acidità. Tra questi segnaliamo volentieri l’azienda Dal Maso: presto però arriverà anche un metodo classico.
Renato Cecchin, uno dei "padri" del Lessini Durello
Una scelta drastica, ma che ha un significato che abbiamo ritrovato anche durante gli assaggi durante il Durello and Friends: il metodo classico, il futuro “Monti Lessini”, è un vino che ha bisogno di pazienza, di maturare lentamente sui lieviti, di trasformare la forte acidità della Durella (il nome del vitigno è al femminile, il vino è Durello, ndr) da quello che potrebbe sembrare all’inizio un difetto a un enorme pregio. I 36 mesi sui lieviti spesso non bastano per far uscire il potenziale di questa uva così ostica: ci vuole pazienza. Saper aspettare. E anche dopo la sboccatura, è necessario un buon periodo in bottiglia.
I soci del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello
Dopo 5 anni sui lieviti, il vino inizia a raggiungere un buon equilibrio: in tutti questi vini, con le giuste differenze stilistiche determinate da zone di produzioni, terreni, altitudini, microclimi differenti, troviamo un bouquet ampio, che varia dal fruttato allo speziato, con note da sottobosco e da erbe aromatiche.
La fortuna di questa zona è che i numeri, negli anni potrebbero crescere: potenzialmente ci sono ettari di vitigno coltivabili a Durella da bollicine. Ma prima bisogna aspettare le risposte dei mercati che, probabilmente, non tarderanno. Al di là del nome.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose