31-08-2018
Il marchio dell'azienda Monteverro impresso sul cancello d'ingresso della tenuta, ai piedi della collina su cui sorge il borgo di Capalbio
Il progetto è ambizioso, un progetto che per una volta non è legato ai vitigni autoctoni, ma che punta a esaltare un particolare terroir che ben si esprime con i vitigni internazionali. Internazionale è sicuramente l’azienda Monteverro, realtà toscana – per la precisione maremmana – che si è affacciata da qualche anno sullo scenario del mondo vitivinicolo italiano.
Giovane, perché le vigne risalgono al 2001, e la prima annata di produzione, dopo un periodo di “rodaggio”, è la 2008. E internazionale perché l’idea di creare l’azienda Monteverro è di Georg Weber, imprenditore tedesco, per la precisione di Monaco di Baviera, che si innamorò di un bicchiere di Chateau Latour del 1966 e che da quel vino prese spunto per il suo futuro nelle vigne.
Un suggestivo panorama dall'azienda
Tra questi c’è sicuramente l’enologo Matthieu Taunay, originario della Loira, con alle spalle una lunga esperienza che lo ha portato a lavorare nelle tenute più rinomate in tutto il mondo, da Napa Valley al Sudafrica, da Châteauneuf-du-Pape alla Nuova Zelanda.
Il Monteverro è il vino di punta dell'omonima azienda
Ancora più particolare è il Tinata, vino molto interessante realizzato con Syrah al 70% e Grenache al 30%. E un prodotto che negli anni (la prima uscita è proprio del 2008), ha avuto una crescita davvero molto importante.
Georg e Julia Weber, titolari dell'azienda, con il Tinata dal 2008 al 2014
Con la 2010 esce la struttura e la complessità: un vino ancora spigoloso, che deve maturare per esprimersi al meglio. Il 2011 è un vino più rotondo, dove la frutta lascia pian piano spazio a note di spezie e cuoio, diventando suadente.
Il 2013 è lo specchio di un’annata piuttosto calda, dove la struttura la fa da padrona, ma anche l’intensità è notevole. Il 2014, all’opposto, vince in finezza e in eleganza, dopo un’annata fresca e piovosa.
Insomma, Monteverro ha parecchio da esprimere. Ed è una di quelle aziende da tenere in considerazione per il futuro. Ma anche per il presente.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose