11-05-2018

Antonella Corda tra Nuragus e Cannonau: un avvio promettente

La giovane cantina si è recentemente presentata con i primi vini, che rispettano i vitigni autoctoni della Sardegna

Quando in un’etichetta viene raccontata una storia. Prima di tutto il nome: Antonella Corda, di madre in vigna. Con un riferimento alla famiglia e alla terra. Poi il simbolo: vigneti che si intrecciano a formare un cuore e, al centro, un profilo di donna.

Insomma: famiglia, terra, cuore, animo femminile. Lei è Antonella Corda, la terra è la Sardegna, per la precisione a Serdiana. La famiglia di origine è sicuramente un nome noto: il nonno, infatti, era Antonio Argiolas (il fondatore dell’azienda Argiolas) e proprio da lui Antonella ha ereditato, nel 2010, i vigneti di famiglia, dove adesso produce i suoi vini.

Da sinistra Luca Fanni, Christian Puecher, Antonella Corda e Riccardo Massaiu

Da sinistra Luca Fanni, Christian Puecher, Antonella Corda e Riccardo Massaiu

«In realtà – spiega - il primo reimpianto risale al 2009, con circa sette ettari di Vermentino, con i quali abbiamo fatto le prime sperimentazioni. Ora abbiamo 15 ettari complessivi, tra Vermentino, Nuragus e Cannonau, e la cantina si trova in mezzo ai vigneti». Terreni particolarmente adatti ai bianchi: marne arenarie con molto calcare. Ma c’è una parte, invece, che era una antico letto di un fiume, adatta alla realizzazione del Cannonau.

In pratica, in questi mesi, l’azienda si è presentata ufficialmente sul mercato, anche grazie alla serata organizzata a Milano, al “Design elementi centro Neff” di via del Lazzaretto, dove i vini sono stati abbinati a un menù realizzato dallo chef de I Sarti del gusto Riccardo Massaiu, accompagnato dal maître Luca Fanni.

Antonella Corda, assieme al marito Christian Puecher, ha voluto dare una notevole importanza al Nuragus di Cagliari, un vino troppo spesso considerato come “banale”. «Il nostro concetto è diverso – spiega – perché anche grazie alle indicazioni del nostro consulente Luca D’Attoma, abbiamo deciso di concentrarci su questo vitigno, perché crediamo che possa dare degli ottimi risultati. Da un punto di vista tecnico, per esempio, abbiamo abbassato le rese a 80 quintali per ettaro, quando il disciplinare consente oltre 200 quintali». E il risultato è sicuramente sorprendente, perché il 2017 è un vino molto fresco, floreale, per certi versi anche pungente e stimolante.

Il Vermentino, invece, è più complesso: se l’annata 2016 ha una buona complessità e un’evoluzione di frutta bianca, il 2017 è più diretto e intenso, forse più immediato. Entrambi, comunque, con un’estrema bevibilità.

Un primo piano di Antonella Corda

Un primo piano di Antonella Corda

Chi pensa, invece, che il Cannonau debba essere un vino potente e “prepotente”, assaggiando il Cannonau 2016 di Antonella Corda dovrà – fortunatamente – ricredersi. La sua è un’interpretazione più fresca ed enormemente più elegante. Perché – ci confidano – ci sono importanti analogie tra i terreni del suo Cannonau e quelli di Châteauneuf-du-Pape. Un paragone stimolante e Antonella Corda ne sa qualcosa, lei che è laureata in agraria e che ha poi frequentato l’importante Master in enologia alla Fondazione Mach di Trento.

Insomma, per essere i primi passi, questa azienda sembra essere proprio sulla strada giusta. E probabilmente ne sentiremo parlare, in futuro.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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