12-05-2018

Barbaresco: cinque cantine da scoprire

Dopo i Barolo, ecco 5 etichette dei cugini meno popolari di Langa. Ma non per questo meno bravi a fare vino buono

Antiche etichette di Barbaresco in archivio nella

Antiche etichette di Barbaresco in archivio nella cantina di Gigi Bianco a Barbaresco (Cuneo), oggi nelle mani dell'intraprendente Susanna Bianco

Le cinque etichette di Barbaresco di cui scriviamo oggi sono una bonus track dei Barolo di cui abbiamo scritto ieri. Perché è vero che in zona si vive un po' meno col fiato sul collo e le quotazioni di mercato non hanno raggiunto i livelli baroleschi, ma alla fine siamo pur sempre al cospetto del nebbiolo e di grandi nomi del vino italiano come Gaja, Bruno Giacosa e Roagna. Quindi anche qui ha senso citare cinque underdog (si fa per dire).

Barbaresco Ovello Gigi Bianco
(via Torino 63, Barbaresco, +39.0173.635137)
Una micro-cantina, meno di 20.000 bottiglie all'anno, due cru sempre buonissimi (Ovello e Pora). Susanna Bianco è l'erede di una famiglia e di un'azienda storiche del Barbaresco. I suoi vini li troverete difficilmente in giro: l'ideale è affacciarsi alla porta della sua accogliente cantina proprio sotto l'antica torre che svetta sul comune che dà il nome alla denominazione.

Barbaresco Rabajà Giuseppe Cortese
(strada Rabaja 80, Barbaresco, +39.0173.635131)
Definire Cortese un underdog rischia di suonare come un'affermazione un po' stonata. Da anni non sbaglia un colpo, e il suo Rabajà, da uno dei cru più prestigiosi della denominazione, è costantemente una delle interpretazioni migliori della tipologia. Se ne stanno accorgendo in tanti, ormai.

Teobaldo Rivella (foto viniveri.net)

Teobaldo Rivella (foto viniveri.net)

Barbaresco Montestefano Serafino Rivella
(località Montestefano 6, Barbaresco)
Teobaldo Rivella ha la cantina ricavata praticamente dentro il garage di casa. Due ettari di vigna, 12mila bottiglie circa all'anno, due sole etichette: Dolcetto d'Alba e Barbaresco Montestefano. Vino contadino eppure buonissimo come pochi. O forse come nessun altro, date queste dimensioni.

Barbaresco Bordini Fontanabianca
(via Bordini 15, Neive, +39.0173.67195)
L'underdog vero e proprio della lista. Per un'azienda con qualche anno sulle spalle ma anche un nuovo corso, quello guidato dal giovane Matteo Pola. Bordini è un cru poco conosciuto ma di grande potenzialità, e i vini di Fontanabianca lo dimostrano.

Barbaresco Rizzi Cantina Rizzi
(via Rizzi 15, Treiso, +39.0173.638161)
Difficile scegliere il preferito dei tre Barbaresco dell'azienda (Rizzi, Pajorè, Nervo), sempre molto identitari (e quindi diversi) e sempre molto riusciti. Dico Rizzi perché è il cru di casa, che si distende ai piedi della cantina, e perché rappresenta in modo perfetto la nitidezza e l'espressività che si ritrovano nei vini di Enrico Dellapiana.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Gabriele Rosso

classe 1979, da sempre gravita intorno alla provincia cuneese. Si occupa di editoria gastronomica come freelance e collabora stabilmente con Slow Wine

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