12-03-2017

L'epopea Chateau Musar

Una degustazione che è risalita al 1977 per il celebre vino libanese tanto moderno, quanto radicalmente tradizionale

Chateau Musar, mito libanese dell'enologia, pr

Chateau Musar, mito libanese dell'enologia, protagonista a Milano di una serata organizzata da Onav Lombardia. Raccontiamo la storia fantastica di una cantina diversa dalle altre

Chateau Musar e il Libano. Chateau Musar è il Libano: con la sua genesi, la sua storia, la sua complessità, il suo fascino, punto di incontro e scontro tra Oriente ed Occidente, tanto moderno quanto radicalmente tradizionale. La versione in rosso del vino che porta in etichetta il nome stesso della cantina è stata protagonista di un’entusiasmante verticale delle annate 2007, 2004, 2000, 1998, 1997 e 1977 organizzata da Onav Lombardia e ben condotta dal presidente nazionale Vito Intini assieme a Marc Hochar, nipote del fondatore e responsabile commerciale della cantina libanese i cui vini sono ormai tra i più noti e apprezzati al mondo.

La storia di Chateau Musar inizia nel 1930 per opera di Gaston Hochar, consapevole della millenaria tradizione vitivinicola libanese e ispirato prima dai suoi viaggi nella zona di Bordeaux e poi dall’amicizia con Ronald Burton di Château Langoa-Barton il quale, allora giovane ufficiale dell’esercito francese, era stato dislocato nella zona durante la Seconda Guerra Mondiale. Comprensibile quindi la scelta di puntare, per i vini rossi, su vitigni quali Cabernet Sauvignon, Carignan e Cinsault (queste ultime due coltivate in Italia col nome di Carignano e Ottavianello).

Marc Hochar e Vito Intini

Marc Hochar e Vito Intini

Nel 1959 Serge Hochar, a soli 20 anni e al termine dei suoi studi in enologia all’Università di Bordeaux sotto la direzione di Emile Peynaud e Jean Riberau, subentra al padre nella gestione dell’azienda e, soprattutto, nella concezione di come fare il vino e con quale impronta caratterizzarlo. Un vino che sarà in netta contrapposizione sia a quello prodotto dal padre fino a quel momento, sia a quello teorizzato dai sui mentori di enologia. La visione di Serge Hochar è quella di un vino autentico, organico, basato su una tecnica antica, senza artifici esterni. Un vino che, paradossalmente, non deve essere tecnicamente perfetto per mantenere il suo fascino nelle decadi future alla vendemmia e non annoiare dopo una banale piacevolezza gusto-olfattiva di primo impatto. Un vino che, contrariamente ai capisaldi dell’enologia contemporanea, viene prodotto con grappoli che vengono trasportati per almeno tre ore prima di arrivare in cantina dalla stupenda Valle della Bekaa, caratterizzata da condizioni pedo-climatiche e geologiche straordinariamente favorevoli alla viticoltura.

La Valle della Bekaa in Libano

La Valle della Bekaa in Libano

Teoria e pratica, sogno e realtà si concretizzano nella storica vendemmia del 1977. Da allora in poi, dopo la raccolta manuale, le uve di Cabernet Sauvignon, Carignan e Cinsault atte a diventare Chateau Musar Rosso fermentano separatamente in vasche di cemento per 6 mesi, sostano per altri 12 mesi in barrique di rovere francese di Nevers, di cui circa il 10% nuove, per poi venire assemblate con l’obiettivo di riflettere costantemente l’identità propria di Musar, pur rispettando le diversità delle singole annate. Il vino ottenuto viene quindi imbottigliato alla fine del terzo anno successivo alla vendemmia e poi affinato per ulteriori 4 anni, per essere infine pronto alla commercializzazione.

Una filosofia ed una impronta che abbiamo potuto ben riscontrare nelle annate protagoniste della degustazione.

Chateau Musar Rosso 2007. Rosso rubino intenso, consistente. Al naso è intenso, abbastanza complesso e fine con note di frutta macerata non particolarmente matura e spezie. In bocca è caldo, morbido, persistente ed equilibrato. Tannini pronunciati, ma fini. Buona persistenza aromatica intensa e finezza. Ancora giovane alla stato evolutivo.

Chateau Musar Rosso 2004. Rosso rubino intenso, consistente. Olfattivamente intenso, complesso e fine. Profumi di gelatina di frutta, garofano, cannella, liquirizia con leggere connotazioni balsamiche e mentolate. Al palato risulta morbido, equilibrato e intenso. Molto persistente e fine.

Chateau Musar Rosso 2000. Come le annate precedenti, si presenta di colore rosso rubino intenso e denota una buona consistenza alla rotazione del bicchiere. All’esame olfattivo risulta intenso e complesso, con sentori iniziali di confettura di frutta rossa, spezie, liquirizia, cacao, cuoio, che poi evolvono in note balsamiche e mentolate. In bocca è morbido, equilibrato, intenso e molto persistente. L’annata più pronta tra quelle degustate.

Chateau Musar Rosso 1998. Rosso rubino intenso, consistente. Profumi decisi, pronunciati e fini di frutta rossa, caffè, grafite e spezie. All’esame gustativo risulta fresco, con tannini pronunciati e lunghissima persistenza aromatica intensa. Qualità fine e stato evolutivo ancora giovane che induce a prevedere un’ottima capacità di invecchiamento.

Chateau Musar Rosso 1997. Colore rosso rubino intenso. Al naso risulta ancora chiuso con sentori di spezie e terra. In bocca è fresco e tannico ma, confermando le sensazioni dell’esame olfattivo, ancora chiuso. Un’annata dominata dal cabernet sauvignon e dalla sua evoluzione più lenta rispetto a Carignan e Cinsault.

Chateau Musar Rosso 1977. Colore rosso aranciato. Olfatto intenso, complesso e fine, caratterizzato da profumi eterei di mentolo, eucalipto, anice stellato e amarasca. Al palato è morbido, gradevolmente equilibrato e dal finale elegante con note di tamarindo e liquirizia. Molto persistente, di qualità eccellente e armonico.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Luca Torretta

Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta

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