17-02-2019
Diego Guerrero al pass. È lo chef del DSTAgE, due stelle Michelin a Madrid. Ma lo vedremo anche in Italia, a Identità Milano 2019, salirà sul palco dell'auditorium domenica 24 marzo alle 17,15 (leggi qui il programma)
Personalità davvero interessante, quella di Diego Guerrero, uno dei principali esponenti della cucina spagnola contemporanea e tra i protagonisti della prossima edizione di Identità Milano 2019, lui salirà sul palco dell'auditorium domenica 24 marzo alle 17,15 (leggi qui il programma). A chiacchierare con lui, sembra d'avere a che fare con un musicista, o un artista, comunque con qualcuno dalla forte carica creativa; e anche impegnato al pass, risulta concentrato ma mantiene quel mood scanzonato e un po' sornione, molto comunicativo. Appare, insieme, rilassato e inquieto.
Il salottino del DSTAgE
I suoi piatti sono il portato creativo di questi principi. La sua tavola è per palati in grado di apprezzare a volte persino le forzature gustative, i picchi aromatici e, più in generale, una certa pienezza al palato. Si direbbe che lo chef non usa il fioretto: poi però squaderna piccoli miracoli di armonia, equilibratissimi, come Calamar a la romana, Tomate garum o Rosa de pimiento asado (ve li raccontiamo tutti qua sotto), e si capisce come il lavoro di innovazione continuo porti Guerrero a sperimentare, e alcuni eccessi siano solo lo scotto da pagare alla ricerca di una nuova frontiera ("L’eccesso di regole è inversamente proporzionale alla creatività: per questo lui le regole le infrange tutte e osa applicare nuovi codici per l’alta cucina", Julia Pérez).
Si entra al DSTAgE, ti fanno accomodare in un salottino dalle ampie, comode poltrone in pelle, per l'aperitivo. Viene servito lì il primo appetizer, Calamar a la romana, buonissimo, davvero superiore a ogni attesa. Nessuna farina, nessun uovo: la "polpetta" di calamaro è resa compatta dalla stessa albumina del mollusco cefalopode, un po' come avviene con l'Uovo di seppia di Pino Cuttaia. La salsa è ottenuta dai tentacoli. Assaggio di grande potenza e pulizia gustativa, quasi il miglior calamaro possibile
Si va al pass e ci accoglie Antonello Lupo, salernitano classe 1992, «lavoro qui da quattro giorni». Era arrivato a Madrid per fare tre anni di Erasmus, «studiavo marketing, poi mi sono iscritto a una scuola di cucina, che mi ha mandato qui per fare tre mesi di pratica». Evidentemente è piaciuto, e quelli del DSTAgE l'hanno preso con sé. Lupo osserva con noi la preparazione live di ...y un huevo!, piatto-show: viene sifonata una spuma bianca di albume sul ghiaccio secco, diventa una specie di meringa in cui si pone il tuorlo dell'uovo, poi chips di bacon soffiato. Il gusto è quello che t'aspetteresti a colazione, ma molto concentrato nell'aroma e leggero nella texture. «Ci piace riprendere ciò che fa parte della memoria gustativa comune»
Ci si accomoda al tavolo. Il primo piatto è Recuerdos de Navidad, ossia ricordo di Natale: fermentazione lattica d'uva, kito yuzu, caviale, salamoia
Carabinero, ossia come ti trasformo lo spettacolare gambero rosso. Il piatto è composto al 100% da questo prodotto: sotto c'è un trito della sua polpa, sopra la parte croccante resa dal carapace e dalla testa finemente sminuzzati
Pan viejo & anchoa, pane vecchio e acciuga. Il pane è fermengtato col koji, il fungo del sake
Piatto bellissimo, Esponja de enoki, spugna di radici di funghi enoki con cipolline verdi, barbabietole e alghe
Un altro grandissimo piatto, di quelli che rimangono impressi perché innovano sul già noto, olé: Tomate garum. Ossia pomodorini ghiacciati d'infinita squisitezza, alghe (il ramallo de mar o codium) e polvere di garum passata all'azoto liquido. Il plus è dato proprio dalla temperatura: partono in bocca le note gelide, il boccone si scalda al contatto col palato sprigionando così, in successione, le proprie fini note aromatiche
Tarteleta de yema curada y trufa, ossia torino di tuorlo marinato e tartufo nero, con pisellini lacrima. Il sapore della terra
Maya, ossia mole di maiz morado (la pannocchia viola) con yucca fermentata, peperoncini, coriandolo e "tonno" (un'acqua di cocco fermentata con spezie)
Rosa de pimiento asado, una rosa arrostita di pimiento del piquillo, un peperoncino spagnolo buonissimo e a denominazione di origine controllata. Purezza di gusto
Callos vegetales y salsa agripicante, trippa vegetale e salsa agropiccante
Callos & bacalao. Una variazione carnivora sul tema del piatto precedente: la pelle del baccalà compone quella specie di cannolino croccante, il collagene delle trippe lega la salsa
Chawanmushi de foie escabechado y percebe, ossia chawanmushi di foie gras in salamoia e percebe. Il chawanmushi è un piatto della cucina giapponese che utilizza nella sua preparazione i semi dell'albero Ginkgo biloba: praticamente un budino a base di latte e uova cui si possono aggiungere funghi, gamberetti o altro e che viene aromatizzato con salsa di soia, dashi e mirin. In questo caso Guerrero aggiunge foie gras e completa con un percebe, raro e costoso frutto di mare galiziano
Piel de pescado & toffe de atún: pelle di pesce (in questo caso merluzzo), crema di tonno, alga nori
Morrillo de atún a la brasa y morcilla de Beasain, collo di tonno grigliato con morcilla. Il collo del tonno è spettacolare e profumatissimo, cuoce due ore a brace morbida, viene ricoperto al tavolo col suo fondo ottenuto dagli scarti e con un tocco di ginger, ricco di collagene, e poi da una crema di morcilla dei Paesi Baschi, il sanguinaccio spagnolo. Il tutto risulta un po' troppo denso/intenso nei sapori
Cordero, kombu, cogollo y piparra, ossia agnello, alga kombu, acqua di cuori di lattuga e piparra, un peperoncino basco, qui cotto alla brace. Ottimo, la pelle dell'agnello croccante a racchiudere il boccone, dentro un'esplosione di umami
Inizia la parte dolce: Melón y remolacha fermentada, melone in osmosi di succo di barbabietola fermentata, poi fiori di cachi
Beber con la boca llena, ossia "bere con la bocca piena": fragole fermentate e crème fraîche con kombucha
Maiz, un classicissimo di Diego Guerrero. in una nuvola di zucchero filato spunta un croccantino composto da gelato di popcorn ricoperto di piccole meringhe di mango e aromatizzato con aceto di mele, sherry e tajine, mais tostato e peperoncino. L'insieme ha una texture perfetta, si mangia avvolgendo il tutto nella nuvola di zucchero, come fosse un taco
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera