Leonor Espinosa
La trota d’estate di Ana Roš
Guida alla Guida I 36 cocktail bar della Guida di Identità
Jacopo Malpeli, parmense classe 1982, è lo chef dell'Antica Osteria della Peppina ad Alseno (Piacenza)
Partiamo, per una volta dal fondo, ossia dall'impressione finale. L'Antica Osteria della Peppina (che ci aveva segnalato quel gran pizzaiolo-buongustaio di Massimo Gatti, leggi Via Emilia rock, dalla Peppina) è un ristorante con qualche problema d'identità - che sta provando a risolvere - ma un'offerta ristorativa di primissimo livello: originale, qualitativa, stimolante, soprattutto del tutto contemporanea, cosa che non t'aspetteresti certo in un locale con un'insegna così, perdipiù disperso nelle campagne della Bassa tra Piacenza e Parma, in una zona in cui impera la tradizione e la svolta gastro-culturale più recente l'ha data Georges Cogny negli anni Ottanta.
L'edificio sullo sfondo
Lo staff della Peppina: patron Giovanni Arbusti, il sous Alberto Pari, lo chef Jacopo Malpeli, il maître-sommelier Andrea Forti, Giusy Abbate
La sala
Giovanni Arbusti
Il locale è nato a fine '800 grazie a Peppina, bisnonna dell'attuale proprietario Giuseppe Arbusti
Giovanni Arbusti, Jacopo Malpeli, Andrea Forti
Il compromesso insomma è possibile, necessario, forse persino doveroso: perché c'è qualcosa di davvero tanto fertile, ad Alseno. Che ottima cena abbiamo fatto! La raccontiamo con le foto di Tanio Liotta.
Tartelletta con crema di melanzana e pomodoro confit, molto buona
Cialda di mais con guacamole
Meraviglioso il Macaron di barbabietola con emulsione di acciughe
Arancino, trascurabile
Carciofini con granella di pistacchio
Arriva il pane, notevole: bianco al lievito madre, la torta fritta di farina integrale, i grissini di Senatore Cappelli, la focaccia di farina di farro con miele di castagne. Poi il primo piatto post-appetizer: Verde Estate (il nostro assaggio risale al periodo delle vacanze), ossia insalatina di pesche tabacchiere, salicornia con avocado piccante e crema di pistacchio. Già qui emerge la purezza aromatica e l'eleganza al palato (oltre a una certa consapevole fantasia negli accostamenti) che sono le caratteristiche mirabili di Malpeli
Del tutto eccellente la Piña Colada di sgombro: sgombro marinato, cipolline borettane affumicate con latte di cocco concentrato e gel d'ananas al lime
Bella l'idea di onorare la storia e la tradizione, ma con piglio nuovo, come nel Savarin di riso in versione marina mantecato alla crema di mandorle, yuzu e veli di gambero rosso. Un azzardo azzeccatissimo
Poco da dire, molto buona anche l'Insalata russa croccante di baccalà portoghese, cotto a bassa temperatura, con maionese al dragoncello
E ancora alti livelli per l'Anguilla affumicata, salsa verde con mostarda di mele campanine, morcelle e aglio nero
Orange is the new black: carota caramellata, la sua emulsione alla torba con salsa al burro bianco, caffè e mandorla amara. Piatto estremamente complesso, imperfetto, stimolantissimo, interessante, persino troppo coraggioso. Come dire? Ambizioso ma prematuro
Ci saremmo aspettati qualcosa di più, visto l'andazzo, dal Rognone tonnato: rognone di vitello marinato nel latte al ginepro e appena scottato, salsa tonnata, capperi, funghi e semi di senape
Cocomero cocktail: cocomero marinato nella ginger beer, crema di mandorle e olive taggiasche. Bel ponte verso il dolce
Si termina con una zuppa inglese: visto che è ormai praticamente scomparsa nell'alta cucina, quasi un'innovazione. Poi questa è forse la migliore che abbiamo mai mangiato: nella sua versione classica, ma dall'elevato tenore alcolico con il fantastico alkermes naturale dell'Officina Profumo di Santa Maria Novella a Firenze. Perfetta
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera