22-08-2018

Star bene a La Carabaccia di Emanuele Vallini

Un luogo informale per una cucina toscana con tocchi d'autore. E vi diamo pure la ricetta... della carabaccia, ovvio

Emanuele Vallini è lo chef-patron de La Carabacci

Emanuele Vallini è lo chef-patron de La Carabaccia a Bibbona (Livorno)

Emanuele Vallini, classe 1970 da Volterra, in provincia di Pisa, è un personaggio dalla personalità assai interessante, brioso con una punta di goliardia come s’addice a ogni buon toscano, ma con negli occhi anche un accenno vagamente malinconico, il che regala quella complessità di toni che è bello riscontrare nella vita, quanto nei piatti. Noi lo abbiamo conosciuto anni fa, a un evento Chic-Charming Italian Chef, associazione del cui direttivo fa parte, e rivisto altre volte in simili occasioni, dove lui e altri colleghi preparavano piattini da degustazione volante: e in tutti i casi, il suo ci era parso il migliore nello specifico, e d’alta qualità in assoluto (ne abbiamo anche già parlato qui: Un Baccalà... "quasi alla livornese"). Il che è un gran bel biglietto da visita, ne converrete.

Le foto di chef e ristorante sono di Marco Provinciali

Le foto di chef e ristorante sono di Marco Provinciali

Il Vallini è ancor più curioso se si considera che, tra eventi in giro per l’Italia, una lunga consulenza a Praga terminata da poco e molte apparizioni televisive, si direbbe essere più in trasferta che al pass; eppure si rivela invece essere uno chef cucinante, ossia di quelli lieti di calarsi tra i fornelli per riemergere semmai solo a fine serata, per salutare i clienti. Lo fa alla sua taverna La Carabaccia, luogo in cui è divenuto stanziale nel lontano dicembre 2003, dopo anni zingari passati a bordo delle navi da crociera della Silversea Cruises, a confermare una personalità un po’ nomade messa a freno coll’età.

La Carabaccia di Bibbona è stimolante quanto il suo chef-patron. «Ho la cucina tradizionale toscana nel sangue», predica lui; e davvero il suo locale è una bella incarnazione di tale vocazione, divenendo quasi l’anello di congiunzione tra fine dining, concetto cui noi di Identità Golose siamo legati, e trattoria d’antan tuscan style, diciamo così. Semplice e informale: aspetto no frills, menu inclusivo (nel senso: senza troppe sovrastrutture), estetica persino da battaglia, a volte.

Ma la meraviglia è nel piatto: esattezza del sapore, precisione e pienezza negli aromi, contrappunti compresi, perché non manca la succitata complessità. Bellissima tecnica, ottima mano, piacevolezza al palato perché lui è un talento maturo mascherato d’ironia a volta persino un po’ timida. Un bel luogo del gusto, di quelli che ti rimangono nel cuore; un po’ come il suo artefice.

Vallini con la moglie Ornella Cazzola

Vallini con la moglie Ornella Cazzola

Vallini impernia l’atmosfera della sua energia; ma La Carabaccia non si riduce a un one man show. Molto contribuisce la moglie, la genovese Ornella Cazzola, che segue la sala con garbo. Mentre in cucina lo chef è affiancato dal fidato Mirco Verardi, classe 1987 da Latina, «è con me ormai da 13 anni» e rappresenta anche il lasciapassare che consente a Vallini di allontanarsi da Bibbona, quando serve, «perché con lui in cucina ho la garanzia che le cose andranno sempre a dovere». Terzo non incomodo, Tony Uccello da Cecina, classe 1992.

Lo chef col suo sous, a sinistra, Mirco Verardi, e Tony Uccello

Lo chef col suo sous, a sinistra, Mirco Verardi, e Tony Uccello

A La Carabaccia si sta proprio bene, come vedete nella nostra fotogallery sotto, a ricordo di un percorso degustazione ovviamente assai carnivoro. Ed eccellente.

Curiosità finale: il termine “carabaccia” deriva dal greco antico, stava per “barca a forma di guscio”, e ha preso quindi a indicare una zuppiera e per estensione anche la zuppa di cipolle (la mangiavano già gli antichi romani) in essa contenuta.

La copertina di Dall’atelier alla cucina - Arte, moda e grandi menu. Così viene presentato: "I pesci dei mosaici pompeiani, le opere pittoriche di grandi artisti di tutte le epoche con ceste di frutta e altri alimenti, i tessuti contemporanei che, spesso, sono stampati con disegni che richiamano il cibo. L’arte pura da un lato e la cucina dall’altro mentre nel mezzo sta la moda con le sue tendenze. Ma quanto oggi, nell’epoca degli chef star della tv e non solo, la cucina può essere considerata arte? E quanto il cibo ha influenzato l’arte nei secoli fino a diventare una fonte importante di ispirazione anche per la moda e il mondo degli accessori? Questo libro cerca di raccontare come questi tre elementi – arte, moda (Enriquez, Lebole, Locman, Scervino, Iren Scott e tanti altri) e cucina – si fondono fra loro, tra pezzi iconici e gusti personali. Ecco allora gli interventi di alcuni esperti e dello chef che ispirandosi ad opere pittoriche, ad abiti e accessori, ha “inventato” una serie di ricette che si possono realizzare anche a casa"

La copertina di Dall’atelier alla cucina - Arte, moda e grandi menu. Così viene presentato: "I pesci dei mosaici pompeiani, le opere pittoriche di grandi artisti di tutte le epoche con ceste di frutta e altri alimenti, i tessuti contemporanei che, spesso, sono stampati con disegni che richiamano il cibo. L’arte pura da un lato e la cucina dall’altro mentre nel mezzo sta la moda con le sue tendenze. Ma quanto oggi, nell’epoca degli chef star della tv e non solo, la cucina può essere considerata arte? E quanto il cibo ha influenzato l’arte nei secoli fino a diventare una fonte importante di ispirazione anche per la moda e il mondo degli accessori? Questo libro cerca di raccontare come questi tre elementi – arte, moda (Enriquez, Lebole, Locman, Scervino, Iren Scott e tanti altri) e cucina – si fondono fra loro, tra pezzi iconici e gusti personali. Ecco allora gli interventi di alcuni esperti e dello chef che ispirandosi ad opere pittoriche, ad abiti e accessori, ha “inventato” una serie di ricette che si possono realizzare anche a casa"

È un piatto antenato della soupe à l’oignon transalpina e che risale al Cinquecento, portata alla corte del re di Francia Enrico II dalla sua sposa fiorentina Caterina de’ Medici, come ricorda lo stesso Vallini in Dall’atelier alla cucina - Arte, moda e grandi menu, bel testo uscito nel settembre scorso per Ets. Autrice ne è la giornalista Elisabetta Arrighi, mentre Vallini l’ha arricchito di 26 sue ricette tra le quali quella che riportiamo qui sotto. Della carabaccia, ovviamente.

Carabaccia di cipolla rossa

Ingredienti per 4 persone
2 kg cipolla rossa
3 bicchieri di aceto
brodo vegetale
pane toscano
4 tuorli d’uovo
150 g parmigiano grattugiato
olio evo
sale e pepe qb

Preparazione
Pelare le cipolle e metterle a bagno in acqua e aceto. Tagliarle a fettina sottili e stufare in forno per almeno 3 ore a 120°, coprendo la teglia con un foglio di carta stagnola. Ripassarle in pentola, aggiungendo un paio di mestoli di brodo vegetale e farle cuocere a fiamma bassa per almeno altri 15/20 minuti. Servire a zuppa calda con un tuorlo d’uovo a crudo al centro, il parmigiano grattugiato, una spolverata d pepe e per completare il piatto, un filo di olio buono.


Taverna La Carabaccia – Officina Vallini
Via della Camminata est 1523,  Bibbona (Li)
Tel. +39 0586 670370
emanuelevallini.itlacarabaccia.it
Chiuso martedì. Da giugno sempre aperto, in luglio e agosto aperto solo a cena

Tonnata di vitello con cialda di riso croccante

Tonnata di vitello con cialda di riso croccante

Prosciutto cotto "mio" con affumicatura di legno di melo naturale (25 giorni di marinatura). Lo chef lo prepara in proprio e lo accompagna, in questo caso, con bernese di burro chiarificato e aceto bianco. Molto buono

Prosciutto cotto "mio" con affumicatura di legno di melo naturale (25 giorni di marinatura). Lo chef lo prepara in proprio e lo accompagna, in questo caso, con bernese di burro chiarificato e aceto bianco. Molto buono

Battuta di scottona bianca, sedano croccante, capperi e cipollotto

Battuta di scottona bianca, sedano croccante, capperi e cipollotto

Delizioso il "Cotto di fegato magro" di vitellone maremmano, olio extravergine Sacchirotti e barba di finocchietto. Il fegato è disidratato, marinato e poi cotto a bassa temperatura con olio al finocchietto

Delizioso il "Cotto di fegato magro" di vitellone maremmano, olio extravergine Sacchirotti e barba di finocchietto. Il fegato è disidratato, marinato e poi cotto a bassa temperatura con olio al finocchietto

Millefoglie di lingue maremmana con crema di broccolo. Anche qui grande golosità

Millefoglie di lingue maremmana con crema di broccolo. Anche qui grande golosità

Girasole di patata rossa toscana di S.Nicolò su blu cremoso del Monviso, gocce di limone bio e cuori di carciofo violetto croccante

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Spaghettoni Mancini, acciughe, fiori di zucca e pinoli

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Ravioli liquidi cacio e pepe al pecorino romano, salsa di asparagi, guanciale croccante del Fracassi

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Squisito il Filetto di maialino grigio del Casentino in lenta cottura, prezzemolo e noci del Trentino

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Strudel non strudel: pasta sfoglia, mela renetta saltata in padella con miele, prugne e cannella, crema pasticcera, gelato maison alla vaniglia

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Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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