22-07-2018
Leonardo Marongiu, che spunta proprio al centro, con i suoi collaboratori all'Hub di Macomer: da sinistra Massimo Delogu, Vittorio Manunza, Andrea Puggioni e Cristian Deriu
La soddisfazione: «Qui finalmente cucino io. Da executive avevo troppi computer attorno, troppi uffici, troppa carta. Troppe cose da scrivere, troppo poche da cucinare». La fierezza: «In provincia di Nuoro una cosa così nessuno si è mai sognato di farla». La preoccupazione: «In questa zona, quella di Macomer, la chiusura del calzificio Queen è stata un duro colpo che ha aggravato la crisi occupazionale. C'è un problema di spopolamento, reso più acuto dalla desertificazione - o quasi - della nostra zootecnia».
C'è, nelle parole di Leonardo Marongiu, tutto l'orgoglio di chi ha intrapreso una sfida difficile, ma anche il senso di responsabilità legato alla consapevolezza di poter forse fare qualcosa per la terra che si ama, che si porta nel sangue, anzi nel dna. Lui è un classe 1975, nato a Desio, madre siciliana («Aveva un ristorante a Lissone») ma padre sardo, emigrato in Brianza per lavorarvi come operaio ma poi tornato dal continente a seguito del disastro all'Acna di Cengio, 10 luglio 1976. «A due anni allora sono sbarcato sull'isola e abbiamo preso casa a Cuglieri», principale centro (di 2.600 abitanti, eh...) dell'antica regione del Montiferru, 30 chilometri da quella Macomer nella quale lo chef lavora dall'agosto 2016, al ristorante Hub.
Un richiamo della foresta che si è materializzato due anni fa, dopo la breve ma esaltante esperienza al Bris, cucina mitteleuropea a Portopiccolo, splendido resort nella Baia di Sistiana, sull'alto Adriatico giuliano, due passi da Trieste: mega-progetto immobiliare, ma breve respiro dal punto di vista gastronomico: «È finita presto. E le offerte alternative non mancavano, ma mi sono innamorato dell'idea di provarci qui, in Sardegna».
La sala dell'Hub
Marongiu ci prova, in un luogo persino improbabile: all'interno dalla cooperativa sociale Progetto H, nata nel 1983 tra i padiglioni dismessi di una vecchia fiera zootecnica e oggi impegnata nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso progetti di ristorazione collettiva, di servizi di pulizia, di agricoltura e turismo sociale, di organizzazione eventi, di laboratori di pelletteria, eccetera.
La prima cosa positiva è che il locale, pur tra ovvi problemi («Il maggiore? La logistica delle materie prime») ha suscitato grande curiosità tra la popolazione, e buon riscontro: non è, insomma, un ufo slegato dal contesto. La seconda è che si mangia benissimo, e Marongiu non deflette da volervi proporre i propri principi, da cuoco-cuoco, «qui, per dire, non usiamo il sottovuoto». La terza è che il ritorno dello chef ha regalato nuova linfa ad altri progetti dell'area, ora Marongiu coordina anche - all'interno dell'Accademia di Casa Puddu, della quale è divenuto direttore - l'offerta ristorativa del Sa Scolla, la pizzeria di gran successo di Baradili nata in collaborazione con Roberto Petza (ne abbiamo già parlato qui).
L'entrata di Sa Scolla (foto PizzaOnTheRoad)
Delizioso Favette, pipette e pecorino
Lattuga all'alga nori, emulsione di cozze e paprika
Gran piatto la Crocchetta di ostrica con fermentazione di basilico. L'esterno è caldo, dentro l'ostrica è rimasta invece fresca, dal gusto pieno, tondo, goloso, elegante. Il mare si sposa con la grassezza e l'aromaticità amplificata dal ravanello e dal finocchietto selvatico
Terrina di foie gras, scampo e arancia. Si serve con pan brioche all'albicocca
Polpo in doppia cottura al nero d'olive, purea di patate affumicate, crema di mandorle. Molto buono, il polpo è croccante, regala sentori di abbrustolito che abbracciano l'affumicato delle patate, poi l'aroma del timo
Zichi di Bonorva in brodetto di muggine, mantecato alle spezie e limone. Altra proposta deliziosa, forte il sentore speziato (cumino vere, pepe di Timut), più la polpa del muggine scottato e il dolce-acido del pomodoro confit
Ravioli di piselli, cozze, bottarga e limone candito
Memorabile l'Agnello sardo e cipollotti. Semplicità totale, essenza del gusto, «non metto salse o fondi perché voglio proporre la purezza del sapore»
Manzo sardo-modicano in crosta d'erbe, sfogliata di patate, salsa al vino rosso
Poteva mancare un assaggio di formaggi? Fiore sardo e pecorino semistagionato con dattero alla mandorla
Fragole e fagiolini: fragole fresche, estratto di fagiolini, meringa al polline, pane carasau sabbiato, fiori di piselli selvatici
Grattachecca al vino rosso, mirtilli, crema leggera alla vaniglia
Hub via Lussu 3, Macomer (Nu) te. +39 0785 226107 progettoh.it/hub-ristorante-caffetteria aperto da lunedì a sabato a pranzo, venerdì e sabato anche a cena chiuso la domenica menu degustazione a 22 euro a pranzo, 39 e 55 euro a cena
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Vista da Maluentu, il nuovo ristorante che lo chef Leonardo Marongiu, gran professionista di lungo corso, ha aperto all'interno (e... all'esterno!) dell'Hotel Da Cesare, gradevole struttura ricettiva davanti alla bellissima spiaggia di Putzu Idu, frazione del Comune di San Vero Milis, nell’Oristanese, Sardegna
Agnello Terra Terra: il piatto dell'estate di Leonardo Marongiu