12-07-2018
Particolare di copertina di "Pizza fritta" di Enzo Coccia, fotografie di Luciano Furia, editore Guido Tommasi, collana "Piccoli Spuntini. Si acquista online a 12.50 euro
Fino a qualche tempo fa la pizza fritta restava ai margini della grande “rinascita” del mondo della pizza, napoletana e non solo. Con tutta l’attenzione concentrata su dischi di pasta – più o meno alti, più o meno soffici – e su forni a legna e non, la fritta continuava a essere considerata un cibo un po’ grossolano, unta e grassa come (spesso ma non sempre) è. D’altronde, proprio da questo prodotto umile e goloso partiva la tradizione napoletana delle “pizze di strada”, impastate e farcite con quel poco che c’era in casa, fritte dalle donne del popolo fuori dall’uscio per integrare i magri guadagni famigliari. Poi, la svolta.
Com’è accaduto anche per la tonda, quando i pizzaioli più bravi hanno deciso di lavorare pure su questa tipologia – che nasconde un altro universo, fatto di pizze stese e ripiene, di battilocchi, la versione a mezzaluna, ripiegata su se stessa, o pizze tonde farcite e chiuse una sull’altra – lavorando sulla qualità di farciture e frittura, anche lei ha conosciuto la dovuta gloria. A eccezione di alcuni nomi storici della grande tradizione partenopea, tra i primissimi a dedicarvi la dovuta attenzione è stato Enzo Coccia, che alla pizza fritta (insieme alle buonissime ‘mpustarelle, panini farciti) ha dedicato un intero locale, 'O Sfizio d’a Notizia (dove oggi lavora il suo braccio destro Lorenzo Sirabella), affiancandole una carta incentrata su vini campani, bollicine italiane e Champagne. Precursore di stili e tendenze, non poteva che essere proprio Coccia a dedicarle anche un bel libro dal nome inequivocabile: Pizza Fritta.
Foto enzococcia.com
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giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere