16-06-2021

Chianti Classico, in arrivo le 11 zone. E si punta sul Sangiovese

Proposta di modifica del Disciplinare, con le Uga (Unità Geografiche Aggiuntive) e l'eliminazione dei vitigni internazionali dalla Gran Selezione

Una decisione tanto attesa, dopo un lavoro durato anni e portato avanti con attenzione del Consorzio del Chianti Classico.

Arrivano, infatti, le Uga (le Unità Geografiche Aggiuntive), che porteranno a una suddivisione del territorio della Denominazione in 11 aree geografiche: la decisione è stata presa a larghissima maggioranza dall’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico. Ma non solo: il secondo cambiamento riguarderà la Gran Selezione, che punterà sempre di più sul Sangiovese, portando la sua percentuale al 90% e andando a togliere i vitigni internazionali, consentendo solo un’integrazione con i vitigni autoctoni.

Quella appena approvata è una proposta di modifica al disciplinare, che ora avrà bisogno dei passaggi amministrativi in Regione e al Ministero, anche se non dovrebbero trovare particolari resistenze.

Sono entrambe scelte delle quali si parlava da tempo: le Uga vanno meglio a definire un territorio, al fine di avere una maggiore valorizzazione dello stesso e delle singole caratteristiche. Le zone saranno: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli. In questa prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie in un prossimo futuro.

 «È il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio - Quello del Chianti Classico è un territorio davvero unico, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica (52,5% della superficie vitata rivendicata). Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero».

Anche la seconda novità va in questa direzione: per il Chianti Classico Gran Selezione si potranno usare solo vitigni autoctoni, del territorio. Questi vitigni, infatti, sono considerati «maggiormente espressivi e rappresentativi della zona di produzione e della tradizionale viticoltura chiantigiana».

La tipologia Gran Selezione, introdotta con l’ultima revisione del disciplinare di produzione del 2013 è prodotta oggi da ben 154 aziende per un totale di 182 etichette e rappresenta circa il 6% dell’intera produzione di Chianti Classico.

Insomma, due passi avanti verso il futuro. Per una Denominazione che sta definendo sempre meglio la sua identità.


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a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose