14-11-2019
Dal 16 al 24 novembre gli chef (e non solo) interpretano il riuso degli avanzi del giorno prima, il quinto quarto, i piatti della tradizione e della memoria
Scatta la Tempi di Recupero Week. Sulla destra il loro ideatore, Carlo Catani
In principio, nel 2013, i Tempi di Recupero dovevano essere – almeno nella mente del loro ideatore, Carlo Catani - una serie di cene conviviali e appuntamenti calendarizzati nei lunedì sera dell’Osteria della Sghisa, a Faenza. Occasioni per stare insieme, cementare amicizie e dare ancor più profondità al già spiccato senso di comunità faentina. Sono stati chiamati all’opera chef creativi, osti e cuochi attenti alle materie prime del territorio, azdore (grandi depositarie e interpreti più autentiche delle tradizioni domestiche e familiari emilano-romagnole) ma anche storici, appassionati, giornalisti, artisti e raccontastorie. Ognuno è stato impegnato a interpretare e diffondere, attraverso i propri saperi e sensibilità, alcuni temi importanti quali l’etica del recupero, il non-spreco, la sostenibilità ai fornelli di casa e del ristorante.
Alcuni dei ristoranti che hanno già confermato la loro adesione: Belcanto (Lisbona), Kadeau (Copenhagen), Racines (Parigi), daGorini (San Piero in Bagno), Trippa (Milano), La Palta (Borgonovo Val Tidone), Nostrano (Pesaro), Villa Maiella (Guardiagrele), Abocar Due Cucine (Rimini), tante osterie chiocciolate e non. L’elenco completo e il calendario degli eventi è su tempidirecupero.it. Tutte le informazioni e i moduli da compilare per chi voglia partecipare con la propria attività: https://www.tempidirecupero.it/moduli-partecipazione/
a cura di
abruzzese, classe 1979, nel mondo della comunicazione dal 2001. Negli ultimi anni ha maturato una specie di ossessione per la ricerca continua di cuochi emergenti. Mangia, beve, scrive: di territori e ingredienti, di produttori e cuochi. E scatta tante foto, per non dimenticare nessun particolare