19-09-2019

Aga, dalle Dolomiti a New York

30 settembre: l'insegna di Oliver Piras e Alessandra Del Favero fa l'ultimo servizio a San Vito di Cadore. A marzo 2020, la nuova casa a Nolita, Manhattan

Alessandra Del Favero e Oliver Piras, 31 e 33

Alessandra Del Favero e Oliver Piras, 31 e 33 anni, chef del ristorante Aga dell’hotel Villa Trieste di San Vito di Cadore (Belluno). Dopo più di 5 anni (e una stella Michelin) hanno deciso di cambiare completamente orizzonti, accettando l'offerta di Sola Hospitality (foto www.agaristorante.it)

Aga, il ristorante dell’hotel Villa Trieste, chiuderà presto nella sede attuale di San Vito di Cadore (Belluno) per riaprire a New York. Ne danno notizia gli chef (e compagni anche nella vita) Oliver Piras e Alessandra Del Favero, 33 e 31 anni, autori in tandem di una delle cucine più personali e convincenti tra le nuove leve della cucina italiana.

«Chiuderemo la stagione qui il 30 settembre», ci rivela il cuoco sardo al telefono, «e contiamo di riaprire nel quartiere di Nolita, Manhattan a marzo 2020. Siamo molto felici ed emozionati». Si chiude così un ciclo aperto nel giugno 2014, mese del primo servizio tra le Dolomiti, culminato quasi subito con una stella Michelin (dicembre 2015) e se ne aprirà un altro nella Grande Mela: «Abbiamo deciso», continua Piras, «di accettare l’offerta di due ragazzi italiani, gli imprenditori di Sola Hospitality, un gruppo che controlla già 3 insegne a New York: Sola Pasta Bar, Sola Lab e Call Me Pasta».

Gli intorni del ristorante cambieranno ovviamente identità ad Aga: «Qui il cuore è la cucina di montagna; negli Stati Uniti sarà un'altra naturalmente. Andremo Oltreoceano già a novembre, a studiare tutte le meravigliose farm di quel paese. Occorre costruire ex novo la linea dei fornitori, un compito che ci stimola tantissimo». Con Oliver e Alessandra ci saranno anche due ragazzi di cucina già in forze all’Aga attuale, Alessandro Levi e Filippo Ballani. Il resto della squadra, soprattutto di sala, sarà tutto da mettere in piedi. «Anche perché passeremo dai 12 coperti attuali a 40, in più turni».

«Precisiamo una cosa», concludono i cuochi, «non andiamo via dall’Italia col sentimento di chi scappa. Il pensiero è piuttosto: ‘ora o mai più’. Siamo infatti ancora giovani, pieni di energia e crediamo che New York abbia una personalità affine alle nostre». Li seguiremo.


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a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt