24-06-2019

Ai 50 Best di Singapore fa discutere il club dei Best of the Best

Poche ore ancora e finalmente conosceremo il nome del ristorante vincitore dell’edizione 2019 dei World’s 50 Best Restaurants. A Singapore, dove tutto sta avendo luogo, sarà notte, in Italia primo pomeriggio, tra le 15.30 e le 17.

Tiene banco la decisione degli organizzatori, annunciata a metà gennaio, di creare il club dei Best of the Best e di inserirvi tutte quelle insegne, meno una, che hanno vinto in passato e che da questa tornata non sono più giudicabili, o quasi... Sono sette in tutto: El Bulli, 5 successi, il primo all’esordio della manifestazione nel 2002, l’ultimo nel 2009; quindi Noma 4; Osteria Francescana, El Celler de Can Roca e The French Laundry, due a testa; Fat Duck e Eleven Madison uno ciascuno.

Se ne discute perché ogni regola, anche la più azzeccata, non è mai perfetta. Sembra si stiano sommando pere con mele. Un locale ha chiuso, El Bulli di Ferran Adrià; due sono dei musei, il Fat Duck di Heston Bumenthal e The French Laundry di Thomas Keller; gli altri godono di ottima salute ma con esiti opposti. Daniel Humm a New York (a destra nella foto), Joan Roca a Girona (a sinistra) e Massimo Bottura a Modena sono nella hall of fame, Renè Redzepi a Copenhagen no. Lui stasera occuperà una posizione tra la prima e la cinquantesima. Strano ma vero.

È semplicemente successo che il danese abbia chiuso il Noma di sempre per aprirne uno nuovo da tutt’altra parte e anche se ce ne scordiamo tutti, sono giudicati i posti e non i loro leader. E così il Noma 2 sì nonostante il poker di vittorie del Noma 1.

A parte che la Francescana, il Celler e l’Eleven godono di ottima salute e uno tra loro avrebbe rivinto, chi trionferà qui, azzardo Mauro Colagreco più di Virgilio Martinez, si sentirà dire che è stato sfacciatamente aiutato. Non è bello. Ma mi fa ancora più specie pensare che, d’ora in poi, ogni nuovo vincitore verrà subito inserito tra i Best of the Best. Vietati i bis. Una gara a eliminazione.

Un po’ ricorda la trama dei Dieci piccoli indiani e, soprattutto, alla lunga andrà a finire che scarseggeranno grandi esempi da emulare, quando ogni attività umana si nutre anche di leggende, di campioni e campionissimi. Se tutti valgono uno, gli Adrìa, i Bottura e i Roca rimarranno inarrivabili in eterno. Non penso sia giusto, sia per loro sia per chi vincerà stasera.


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a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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