28-02-2015
La Ciambella crudiste al cacao e grano saraceno con panna di mandorle ai fiori di ciliegio, composta di albicocche e marmellata di clementine di Daniela Cicioni, una delle due ricette presentate dalla cuoca vegana a Identità Milano (foto Brambilla/Serrani)
Lo scopo era quello di creare un dolce al cacao appagante ma leggero. Ecco perché sono state usate farine ottenute dalla produzione del latte di mandorle e di cocco, quindi senza glutine, molto ricche di fibre e povere di grassi. I colori e i sapori sono un omaggio al passaggio dall’inverno alla primavera. Il fiore di ciliegio (“Sakura”) conservato crudo sotto sale e umeboshi è un elemento di contrasto sapido e aromatico, preludio alla stagione dove tutto rinasce. La ricetta è completamente crudista. Ciambelle crudiste al cacao e grano saraceno con panna di mandorle ai fiori di ciliegio, composta di albicocche e marmellata di clementine
per la torta 105 g cacao 260 g sciroppo agave, acero o nettare di cocco 220 g crema di datteri* 1 c vaniglia 140 g farina di cocco 55 g farina di mandorle integrale (da polpa) 90 ml di gel di Irish moss** o Agar agar*** 15 ml succo di limone 125 ml acqua 1 pizzico di sale grano saraceno germogliato e essiccato Unire in una ciotola il cacao, le farine di cocco e di mandorle, il sale, la vaniglia, il grano saraceno e mescolare. Nel Vitamix mettere l’agave, la crema di datteri, il gel di agar agar, il limone, l’acqua e frullare fino a ottenere una consistenza fluida. Versare il fluido ottenuto nella ciotola con gli ingredienti secchi e mescolare con un cucchiaio. Con il composto ottenuto formare due strati dello spessore di 1,5 cm e raffreddarli in frigorifero per 30 minuti. Stendere la composta di albicocche sul primo strato, sovrapporre il secondo e con due coppa pasta ricavare delle ciambelline. Spalmare altra composta sulla sommità e ricoprirla con fiori essiccati di sakura o di erica.
Visione aerea della ciambella
Daniela Cicioni: il bello, il buono e il sano
Cucina sana, naturale e vegetariana
a cura di
Cuoca vegana con un passato di architetto del verde, per lei "materia vegetale viva in cucina significa esperienza totale dei sensi"