27-02-2014

101 istantanee di Identità Dieci/2

I momenti più emozionanti del congresso, raccontati da chi l'ha vissuto (seconda parte)

Tra le lezioni in assoluto più apprezzate,

Tra le lezioni in assoluto più apprezzate, "Food for fighting" di David Scabin (al centro) del Combal.zero di Rivoli (Torino): quale cibo per chi lotta contro le malattie? (nella foto di Brambilla/Serrani, a sinistra Francesca Barberini, a destra Beppe Rambaldi, secondo di Scabin)

Abbiamo chiesto a chi era presente alla decima edizione di Identità Milano di ricordare in una frase il momento che è rimasto più impresso nella 3 giorni. Poteva essere qualsiasi cosa: una lezione, un incontro, una frase, un piatto. Ne è venuto fuori un mosaico di oltre 100 istantanee che pubblichiamo volentieri in 4 puntate. Oggi, la seconda. 

Il momento in cui Bottura e Alajmo incastrano Pierangelini sul palco e gli mettono la pochette di mortadella e lo nebulizzano di eau-de-cochon. Memorabile!
(Roberta Corradin, scrittrice)

La lezione del giapponese Yoshiaki Takazawa: mi ha trasmesso serenità, umiltà e amore. Un intervento commovente
(Deborah Corsi, La Perla del Mare a San Vincenzo, Livorno)

Domenica mattina, sveglia prestissimo, in fiera alle 6. Nessuno in giro, passi nel tunnel d'ingresso e sembra quello della finale di Champions League, con le foto di tutti. C'era anche quella nostra del 2009 con Massimiliano Alajmo. Emozione pura
(Christian e Manuel Costardi, Cinzia a Vercelli)

Mi ha colpito che uno come Farinetti, seduto in prima fila, si è alzato per un attimo e al suo ritorno gli avevano occupato la sedia. Era tutto pieno, mentre Bottura iniziava il suo speech. Farinetti non ha fatto una piega e ha seguito la lezione seduto per terra
(Eleonora Cozzella, L'Espresso Food & Wine)

La cosa che mi ha impressionato di più è stata la galleria fotografica sui 10 anni di Identità. Non perché oggi abbiamo altre facce, ma perché vedi Adrià, vedi Assenza, vedi tutti noi anno dopo anno e capisci che Identità è un progetto vero, cresciuto nel tempo grazie a quanti sono stati via via coinvolti con successo
(Carlo Cracco, ristorante Cracco, Milano)

Davide Scabin che praticamente imbocca Ilario Vinciguerra con i suoi spaghetti. Piacevole e golosa, la degustazione di champagnes rosè Ruinart con gli ottimi piccoli bocconi di Cerea
(Luigi Cremona, Touring)

L'emozione di stare sul palco con i grandissimi maestri francesi di Dossier Dessert. Mi sono sentita parte di movimento pulito, in cui tutti avevano voglia di ascoltare gli altri, prima di parlare
(Elisabetta Cugini, Dolce & Salato)

[[ ima2 ]]Gli occhi di Rodrigo Oliveira, fisico da attore e sguardo visionario mentre parla della sua rivoluzione democratica dell'alta cucina. Ma davvero
(Andrea Cuomo, Il Giornale)

Poter passare dieci minuti con Nicola e Luigi Portinari, a cui sono legatissimo. Sono dietro l'angolo ma non ci vediamo mai. La passione e l'amicizia sono gli ingredienti più saporiti
(Alessandro Dal Degan, La Tana ad Asiago, Vicenza)

La cena da Matias Perdomo con chef e produttori con i quali condivido progetti e situazioni. L'incontro con Andrea Paternoster: chi trasforma la materia con il cuore è sulla nostra stessa lunghezza d'onda. E infine io e Roberto Liberati che fantastichiamo su un allevamento "nostro"
(Gian Pietro Damini, Damini e Affini ad Arzignano, Vicenza)

Lo sguardo scintillante ed entusiasta dei giovani cuochi dell'Osteria Francescana, sul palco, e degli studenti dei master Iulm e Gambero Rosso in platea. "Una persona che lascia esprimere i giovani - per citare lo stesso Bottura - assorbe la loro energia e mantiene intatto il suo pensiero e la sua visione"
(Federico De Cesare Viola, Il Sole 24 Ore)

La lezione quasi poetica di Corrado Assenza in Auditorium, quella appassionata di Pina Toscano con i suo dolci "piccolini" e il delizioso croissant con crema di ceci germinati di Daniele Motta allo stand del Molino Quaglia
(Claudio De Min, Il Gazzettino)

Mi ha fatto molto tenerezza vedere tutti più grandi: i cuochi, i presentatori, i tecnici, gli stand, gli spazi. Ho fatto un passo indietro: Bottura con meno capelli grigi, Marchi con qualche chilo in meno, una sala Auditorium molto molto più piccola, ma tanta saggezza, preparazione e sicurezza da parte di tutti
(Loretta Fanella, pasticcera)

[[ ima3 ]]L'intervento dei 3 camerieri Giuseppe Palmieri, Alessandro Pipero e Marco Reitano, una novità assoluta. L'importanza della sala. Con rispetto e umiltà, sono stati potenti e determinati
(Oscar Farinetti, Eataly)

Davide Scabin e i suoi cibi per la salute, con il progetto "food clinic". Un sorriso in più per chi sta male
(Raffaele Foglia, La Provincia di Como)

Giovanni Passerini che, emozionato e col suo modo un po' timido, ha fatto il gesto di mettere un liquido di rapa sul piatto, tirandolo letteralmente perché sembrasse sangue. L'applauso è scattato a scena aperta
(Lorenza Fumelli, Agrodolce)

Vedere Paolo Marchi e Claudio Ceroni cui vibrava la voce, con tutta la redazione di Identità al loro fianco. I grandi progetti si fanno solo se tutte le persone attorno ci credono
(Gianluca Fusto, pasticciere)

Prima del nostro intervento, non credevo che i microfoni fossero già accesi. Vedendo passare Paolo Marchi ho detto a mia moglie che era lì con me: "siamo qui grazie a quel signore". Lui mi ha sentito,si è avvicinato e ha risposto: "Non sei qua per me, sei qua perchè hai fatto un bel lavoro, te lo meriti". Il ricordo più bello
(Roberto Ghisolfi, Lo Spicchio a Cremona)

Julien Ochando aveva appena finito di comporre con leggerezza amanuense la sua Noisette en transparence, quando la cupoletta brunita gli si è rotta fra le mani. La platea ha trattenuto il respiro sulla frattura di quel gioiello fragile, che ha significato in un lampo la fatica, l’autenticità, il sapore della creazione artigianale
(Sonia Gioia, un-poco-di-buono-bari.blogautore.repubblica.it)

L'emozione di chi deve fare una lezione. Siano veterani come Bottura o nuovi protagonisti come Pezzella. Vedere nei loro occhi l'emozione di salire sul palco, ascoltare la loro voce che trema di sapere e nozioni. Vedere che dopo 10 anni tutto è diverso ma alcune cose restano uguali: gli occhi
(Elvio Gorelli, Iwca Suisse)

[[ ima4 ]]Un caffè. Anna che lo propone, Aimo e Nadia che si siedono e vengono serviti da lei. Pochi minuti, 15 o 20, di chiacchiere. Due pezzi del mio cuore che si incontrano; io non c'ero, purtroppo, ma so che è accaduto
(Federico Graziani, sommelier)

E' stato molto positivo ritrovare dopo tanto tempo cresciuti, maturati e ben posizionati tanti dei miei ex alunni di Alma
(Andrea Grignaffini, Spirito di Vino)

Il sorriso di Corrado Assenza mentre incessantemente, per tre giorni, prepara qualcosa di unico e straordinario. Ma anche il volto di Zanatta mi è rimasto impresso: concentrazione e massima attenzione a quello che stava accadendo.
(Giuseppe Iannotti, Kresios a Telese Terme, Benevento)

Vedere gli occhi della mia commis cambiare alla vista di tutti questi chef di cui fino a quel momento aveva solo sentito parlare. Poi si è ripresa, caricata e concentrata per la lezione con ancora più determinazione
(Antonia Klugmann, Venissa a Venezia)

Le lezioni sul “fare sala” di Jeff Katz e Alessandro Roscioli: esperienze diametralmente opposte, per scala dell’operazione, contesto e tradizione. Eppure complementari, di grande professionalità e ispirazione, con il fattore umano che resta centrale
(Laura Lazzaroni, L'Uomo Vogue)

In una grande luogo di incontri, aspettative e sorprese, quest’anno ricordo con piacere lo spazio per una risata insieme a chi lavora con grande impegno e spirito genuino
(Sandra Longinotti, blog.sandralonginotti.it)

2. segue

LEGGI ANCHE
101 istantanee di Identità Dieci/parte prima

Nelle sale, tanta teoria ma anche un po' di pratic

Nelle sale, tanta teoria ma anche un po' di pratica

Oscar Farinetti, Eataly

Oscar Farinetti, Eataly

In platea, da sinistra Stefania, Aimo e Nadia Moro

In platea, da sinistra Stefania, Aimo e Nadia Moroni (foto Romina Ciferni)


Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Identità Golose