11-11-2012
L'Omaggio a Funari, la pizza pensata dalla giornalista Eleonora Cozzella e realizzata durante il simposio di Pizza Up a Vighizzolo d'Este (Padova) da Emiliano Aureli, titolare della pizzeria La Taverna dei Corsari a Montopoli di Sabina in provincia di Rieti. Un omaggio a Gianfranco Funari perché lo showman reclamizzava con trasporto la mortadella, qui appoggiata sopra a un impasto "a metro" alla pala, metodo diretto con lievito di birra. Quanto ai gusti: broccolo verde, fiordilatte e Asiago, quindi sua golosità la mortadella
Credo, riallacciandomi alla prima parte pubblicata giovedì scorso, che prima si passa a discutere di contenuti, di cosa fa oggi grande e buona una pizza, e meglio sarebbe proprio per il mondo della pizza napoletana. Penso al calcio e alla nazionale italiana quattro volte vittoriosa ai Mondiali e altre due finalista in epoche e con giocatori, tecnici e schemi inevitabilmente diversi, però nell’albo d’oro è sempre e solo scritto Italia.
Chiara Quaglia e Corrado Assenza
Prima del simposio di Pizza Up, sesta edizione a Vighizzolo d’Este in provincia di Padova, il Molino Quaglia ha messo in rete un sondaggio, on line per tutto novembre, per capire come il pubblico vede la “pizza gourmet”, che tratti deve avere per essere considerata tale. Al 31 ottobre lo avevano compilato 1400 persone, con la possibilità di segnare fino a un massimo di 4 risposte in un lotto di dieci. E quattro sono quelle più cliccate. Con un dato che ha del clamoroso, tenuto conto di tutte le polemiche dentro e fuori la rete, oltre che della crisi economica: solo l’1,33% ha flaggato la voce “una pizza dal prezzo più alto”.
Francesca Romana Barberini
Bene sapere che la risposta più gettonata è stata a ottobre, con una percentuale del 23,73, “una pizza 100% italiana in tutti gli ingredienti compreso il grano”. A seguire “una pizza con ingredienti freschi e di stagione” 22,4 %, “una pizza a base di lievito madre vivo” 17,33% e infine “una pizza con la base lungamente lievitata” 14,05%. Al quinto posto “una pizza legata alla tradizione del luogo”, 6,48% delle risposte e questo è giusto. La cucina è innovazione, poi può accadere che quando una novità piace a tanti, rimanendo gradita e attuale nel tempo, prima o poi perda originalità sublimandosi in una memoria. Non esiste abitudine che non sia stata rivoluzione, anche se a volte c’è chi se lo scorda.
Pizza tonno e cipolla
Come ha detto Renato Bosco, titolare di Saporè a San Martino Buon Albergo vicino Verona: “Se due chef del calibro di Alajmo e Gennaro Esposito si cimentano con la pizza qualcosa vorrà dire e chi vive da sempre nel mondo della pizza dovrebbe riflettere su questo”. Ovvero: cari colleghi pizzaioli diamoci una scossa, svegliamoci altrimenti saranno i cuochi dei ristoranti a cavalcare il boom di margherita e quattro stagioni.
2. continua
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi