07-02-2012

Un'edizione da record

Afflusso mai visto e grandi consensi. Un primo bilancio dell'ottava edizione di Identità Milano

La platea dell'Auditorium di Identità Milano 2012

La platea dell'Auditorium di Identità Milano 2012. L'ottava edizione meneghina del congresso internazionale di cucina d'autore, coincisa con la prima del Milano Food & Wine Festival, va in archivio con la presenza di circa 10mila persone, di cui 900 giornalisti e foodblogger, 80 espositori, 6 sale e 80 relatori e una rassegna stampa a oggi di oltre 400 articoli

Perché la più grave crisi economica del dopoguerra ha generato l’edizione meneghina di Identità Golose – da quest’anno si chiama Identità Milano – più ricca, affollata, citata, celebrata, riuscita, «la migliore di sempre» come ha scritto anche Marco Bolasco di Slow Food? Domanda che aleggiava ieri sera, in chiusura di kermesse, nei saloni fieristici di via Gattamelata che andavano finalmente svuotandosi dopo 3 giorni col gran pienone di pubblico: giovane, attento, partecipe, curioso. Strano, che l’alta cucina “tiri” in tempi grami? Non proprio, a ben pensarci, «Era il nostro ottavo anno qui, siamo diventati punto di riferimento per la tavola creativa, per l’innovazione – riflette un Paolo Marchi travolto dai complimenti – Le difficoltà economiche spingono a cambiare, a re-inventarsi»: ecco così che Identità diventa un appuntamento imprescindibile. Chi pensa di reagire, di darsi una mossa, non può non venire; è la chiave per vedere al di là del proprio naso, per apprendere e magari seguire gli esempi positivi di tutto il mondo: per «inventare un’altra Italia», almeno in cucina.

I numeri sono significativi e fanno sorridere Claudio Ceroni, patron di Magenta Bureau, da sempre braccio organizzativo: più 30% sia di pubblico che di aziende, quasi 7.800 richieste di pre-accredito che diventano circa 10mila presenze calcolando gli arrivi dell’ultimo minuto (l’anno scorso ci si era fermati a quota 7.500…), quasi 900 giornalisti e foodblogger da ogni parte del globo terracqueo, oltre 80 espositori, 6 sale a disposizioni contro le 3 del 2011, circa 80 relatori contro i 18 della prima edizione, una rassegna stampa di oltre 400 articoli scritti da testate di ogni tipo in previsione dell’evento, cui seguiranno centinaia e centinaia d’altri, «perché, una volta terminata, Identità fa parlare di sé per mesi.

Paolo Marchi e Claudio Ceroni, le due metà di Identità Golose

Paolo Marchi e Claudio Ceroni, le due metà di Identità Golose

Gli addetti ai lavori non possono mancare perché trovano spunti per tutto l’anno», sottolinea soddisfatta Elisa Zanotti, che con Elisa Pella ha curato l’ufficio stampa. Un azzardo, raddoppiare spazi ed eventi nell’era dello spread maligno? Ceroni sottolinea proprio quest’ultimo aspetto: «Dopo 7 anni, i tempi erano maturi per avvicinarci a un pubblico più vasto. L’abbiamo fatto ora con la prima edizione dell’evento “parallelo” Milano Food&Wine Festival (organizzato con il Merano Wine Festival, ndr). E direi che è andata benissimo». Il duo Ceroni-Marchi, ossia organizzazione&contenuti, ha scelto ancora una volta di ragionare all’unisono, in base alla logica: “C’è la crisi? Ci si rinnova”: «Prendiamo gli spazi: in quelli dello scorso anno non ci stavamo più. Non abbiamo avuto paura di raddoppiare. Esito: un successo senza precedenti, che non era facile prevedere in questi termini. E che l’anno prossimo pensiamo di consolidare», chiosa Ceroni. Ne sono scaturiti anche riconoscimenti istituzionali come mai prima, con le visite del sindaco meneghino Giuliano Pisapia e del suo assessore alla Cultura e Turismo, Stefano Boeri, dopo che già quello al Commercio, Franco D’Alfonso, aveva preso parte alla presentazione di Identità Milano in piazza Wagner. Attestati concreti di stima che sono un segnale incoraggiante anche in chiave Expo 2015.

Marchi gongola per 3 aspetti su tutti. Primo, «i cuochi protagonisti dal palco hanno capito il tema “Oltre il mercato”. Non sono venuti qui a presentare il primo piatto che venisse loro in mente». Secondo, «i giovani: mai visti così numerosi. E’ un volano che abbiamo contribuito ad attivare e che guarda in faccia alle difficoltà senza star fermi. Vogliono ripartire, questo Paese ha due giacimenti straordinari, l’arte e la gola. Loro l’hanno capito». Terzo, il vino: «Ora siamo completi, come ricordo fosse la guida Lo Mejor de la Gastronomía anni fa: abbiamo i cuochi, mai così numerosi e di alto livello; abbiamo i prodotti, con stand davvero al top; abbiamo finalmente anche i vini, con le oltre cento cantine del Milano Food&Wine Festival».

Così Marchi può togliersi anche un sassolino dalla scarpa: «Penso che Ferran Adrià abbia torto quando dice che i congressi di gastronomia non hanno futuro perché ormai c’è internet. Il web non riesce a soppiantare l’importanza del contatto umano, dell’interazione: il punto di vista di chi parla viene legittimato già dal solo fatto di essere qui e di confrontarsi col pubblico. E poi, come fai ad assaggiare un piatto o un prodotto stando fermo dietro a un computer?». Per citare ancora Bolasco, «c’è la sempre più chiara idea di essere casa comune aperta a voci e riflessioni diverse, qualche volta contraddittorie e anche per questo più interessanti».

Si guarda, ovviamente, già al futuro, alla prossima edizione. Anticipazioni? «Una giornata sarà dedicata all’olio, resterà quella della pasta, che è troppo importante per l’Italia, così come torneranno Identità Naturali. E pensiamo di parlare finalmente, oltre che di cucina, anche di servizio in sala…». Il 2013 un po’ è già qui.


Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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