Alvin Leung

Foto Brambilla-Serrani

Foto Brambilla-Serrani

Bo Innovation

Shop 13, 2/f J Residence 60
Johnston Road Wan Chai
Hong Kong
Cina
T. +852.28508371

Alvin Leung è un ingegnere cinese nato a Londra e cresciuto a Toronto in Canada che nel 2005 ha aperto a Hong Kong un ristorante indipendente, unico stellato della ex colonia inglese che non sia all’interno di un albergo o uno shopping center. Visti gli studi, si considera un autodidatta anche se è molto più professionista di tanti altri, proprio perché ha deciso di costruirsi un percorso tutto suo, partendo da tre esempi ben precisi frequentati proprio per farsi le basi e le ossa: Adrià, Blumenthal e Robuchon.

A parte la casualità del nome sull’insegna, Bo Innovation, che c’era già anche se poi risulta azzeccata, Alvin è un’autentica forza della natura a livello epidermico e spettacolare per come dirige i lavori golosi. E lo è ancora di più a livello di sostanza concettuale e creativa. Si tenga infatti conto che si parla di un cuoco che non è nato in Cina, in un Paese che vanta qualcosa come 40mila ricette tradizionali sommando tra loro realtà storico-culinarie completamente diverse, e che forse proprio per questo ha potuto porsi un obiettivo libero da vincoli dettati da saperi secolari: imprimere alla cucina cinese tutt’altra, nuova direzione, modernizzarla applicando le tecniche più attuali e un’impostazione ingegneristica alla costruzione di una pietanza, partendo da basi cinesi ma introducendo ingredienti di altri continenti (il riso Arborio ad esempio) per risultati che fossero più leggeri e stimolanti (a livello di ogni senso) ma senza perdere anima e persistenza dei sapori fino a regalare divertimento e poi ricordi precisi di cibo. Sempre con punti di arrivo assolutamente cinesi.

Leung si presenta come un demo-chef e la sua cucina come X-treme Chinese, perfetto il menu degustazione di una quindicina di momenti al tavolo che dà sulla cucina, un pass dove tutto viene rifinito sotto gli occhi di chi è seduto lì davanti e inizia a mangiare quando ancora un piatto non è finito. “Il mio prossimo gradino è diventare uno chef intelligente”, capace di riassumere le culture e i prodotti più disparati, assumendo via via questa o quella impostazione. Un consiglio: non fatevi ingannare dalla sua immagine rock and roll, i capelli colorati e i tatuaggi, quello è solo l’esteriore. La sostanza è tutt’altra.

Ha partecipato a

Identità London, Identità Milano


a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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