13-10-2013
Le splendide colline vitate della Valtellina, comprensorio che in assomma 800 ettari di vigna, da cui si ricavano 30mila ettolitri di vino all’anno. Con grandi etichette, riassunte nella prima edizione della rassegna Grappolo d’Oro di Chiuro
La qualità è un fattore troppo spesso portato come baluardo, come “parola d’ordine” dei convegni, come immagine. Ma trasformare le parole in fatti diventa un’impresa difficile. E quando si parla di vino, la questione è ancora più spinosa, con la paura che dietro allo “scudo” di una qualità apparente, si possa trovare qualche spiacevole sorpresa.
Chiavennasca, il nebbiolo simbolo della Valtellina
Per quanto riguarda questa prima edizione, l’attenzione degli organizzatori si è concentrata sui Valtellina Superiore Docg senza la denominazione della sottozona: nei prossimi anni si assaggeranno Valgella, Inferno, Sassella, Grumello e Maroggia fino ad arrivare alla degustazione degli Sfrorzati. La piacevole sorpresa del concorso è stata proprio la qualità media dei vini: tra i migliori e i “peggiori” (ma forse è meglio chiamarli solo “meno buoni”) la differenza di punteggio era decisamente bassa, giusto qualche punto di valutazione. E questo è stato evidenziato non solo dalle quattro giurie tecniche (Ais, Onav, enologi e giornalisti), ma anche dal tavolo di degustazione composto da 10 consumatori, in particolare ristoratori.
Sugli scudi, il Valtellina Superiore di Nino Negri (nella foto, il Quadrio)
Ne è una dimostrazione anche la scelta dei sommelier Ais, che hanno premiato il Crespino 2009 della Rainoldi, dalla grandissima profondità di profumi. Il giudizio degli enologi ha invece celebrato il Prestigio di Triacca, annata 2007, segno che i vini della Valtellina hanno comunque bisogno di un po’ di tempo in cantina per affinarsi e migliorare. L’appuntamento è per il prossimo anno, quindi. Nella speranza che nessuno scenda dal “carro” della qualità. Non quella parlata, ma quella dei fatti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose