18-05-2015
L'ingresso del padiglione Argentina all'Expo. All'interno, spiccano uno corner di ristorazione con specialità tradizionali (anche nei prezzi: dai 5 ai 10 euro a piatto), una bella proiezione multimediale e spettacoli di percussioni industriali
Pur non sfoggiando un’installazione concepita da archistar, il padiglione dell’Argentina si staglia con una sua forte presenza, a metà del decumano. La forma è inequivocabile: sono dei grandi silos allineati, un complesso architettonico che non lascia a bocca aperta come quello di tanti vicini. Ma è un simbolo indovinato perché non è il momento storico per esibire fuochi artificiali ma sostanza. E, crisi o non crisi, l’Argentina ha pur sempre 40 milioni di abitanti e produce cibo per 400 milioni di persone.
Frumento, soia e mais da un lato - le principali risorse agricole del paese - e frutta, verdura e carne dall’altro sfamano dunque una discreta porzione di mondo ben oltre le Ande e la Pampa e questo occorre dirlo. Ecco perché i silos sono scalabili dall’interno attraverso una rampa circolare aperta che conduce a un progetto multimediale in vetta, il cuore della struttura. Sulle mura è proiettato un documentario che gira a loop per 12 minuti. Riproduce modalità e oggetti di approvvigionamento del paese dagli anni della grande immigrazione a oggi, con ampie parentesi sulla trasformazione degli alimenti perché, è vero che il paese raccoglie parecchio, ma soprattutto lavora e raffina quel che solleva.
Al piano terra, spettacoli e percussioni...
Poco prima, avevamo esplorato il menu del vivace bancone bar con tavolini e piani cottura a vista, subito dopo l’ingresso del padiglione. Sulle lavagne è scritto Cocina argentina e anche qui ci si affida all’aspetto più tradizionale e popolare della stessa, anche perché il boom dell’alta cucina che sta investendo l’America Latina (Brasile, Perù, Venezuela…) non sembra esser tracimato a Buenos Aires e dintorni.
...e un bistrot di specialità tradizionali
I più affamati scommettono però sui Platos principales di carne e di pesce come il Lomo a la parrilla con papas al horno o asada. Mentre i golosi vanno a testa bassa sui tanti dessert, che sono il trionfo del dulce de leche: Pancake ripieno di dulce de leche, Budino di pane, Flan della casa con dulce de leche e crema e gli Alfajores, biscotti morbidi ripieni ancora di dulce de leche. Tutti ottimi antidoti alle fatiche del paese, alleviate pure da un buon bicchiere di malbec o sangria.
Linea diretta con l'Esposizione Universale 2015
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt