07-03-2017
Diego Rossi di Trippa (nella foto, con la bandana) sul palco di Omnivore, congresso di cucina francese a Parigi, pochi minuti fa. Accanto a lui, un moderatore d'eccezione, Giovanni Passerini, romano e cuoco molto amato nella Ville Lumière. Dietro, Federico Sisti, amico e assistente
«Questo veal è molto soft. Teh, taste, magna». «Dame el sifon». «Giovanni (il collega Passerini, ndr) dai, vien qua, gira il midollo. Vien qua, vien qua. Senti che roba, look, tac!». Lezione finita e boato in sala per Diego Rossi, chef-show man, unico italiano invitato all’edizione parigina del World Tour di Omnivore, congresso di 100% jeunne cuisine. E sì che la lezione non era iniziata benissimo per il veronese: a riflettori spenti, tempo di stendere bene in vista la maglietta di Trippa sul desk della cucina («sennò quando torno, i me copa») che apre una latta e si taglia un dito: «ara qua, che roba», sventola il pollice. Non c’è tempo di frignare: in platea alla Maison della Mutalitè ci sono un migliaio di persone. «Io non parlo italiano», lo avverte il presentatore. «Ma io sì», risponde Diego tra l’ilarità che parte in sala. Poi si fa serio per 5 secondi: «Quest’intervento è sulla libertà in cucina: prima cucinavo in un ristorante con stella Michelin (Le Antiche Contrade a Cuneo, ndr) ma volevo fare un altro tipo di avventura. È così è nato Trippa. Oggi vi faccio vedere un sacco di piatti. Ma noi giochiamo, non cuciniamo. Giovanni, come si dice in francese?». Via con l’iconica trippa, «un piatto povero ma interessante, di sostanza». La frigge, rosmarino, sale e pepe e la assaggia lui senza darla agli interlocutori: «Mmmm, buonissima».
Rossi sovrastato dai suoi midolli
Mezzora di selfie a fine lezione
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt