31-03-2018

Vi raccontiamo Mascherpa, l'idea milanese del tiramisù

Inaugurato in via De Amicis, business di famiglia. Dalle versioni classiche alle creative, c'è un percorso degustazione

«Scusate siamo artigiani, i nostri sono prodotti freschi». Si giustifica Giuseppe Loiero quando all'arrivo dei primi avventori viene colto con in mano una sac à poche dalla quale spreme la crema di mascarpone appena preparata dalla mamma, Giovanna Anoia. Siamo nel cuore di Milano, in via De Amicis 7, nella prima tiramisuteca di Milano, anzi d'Italia, Mascherpa, una piccola "boutique del tiramisù". Il locale ha aperto lo scorso ottobre, «prima abbiamo voluto metterci alla prova», ma è stato inaugurato il 21 marzo in occasione del Tiramisu Day.

A chi è venuta l'idea? Giuseppe continua a spremere crema di mascarpone e racconta: «Mia mamma ha sempre avuto la passione per i dolci; io, dopo 7 anni come buyer food & beverage, ho pensato di specializzarmi in un unico prodotto, un trend sempre più in crescita. Ho deciso di puntare su quello che mia mamma sa far meglio, il tiramisù».

Giuseppe Loiero al bancone

Giuseppe Loiero al bancone

Era il 2015, «faccio qualche indagine di mercato e scopro che il tiramisù è il dolce più consumato in Italia e uno dei primi nel mondo. Ma, al tempo stesso, è quello più difficile da reperire perché solitamente viene proposto solo al ristorante o a casa. Il tiramisù è un dolce semplice, bastano solo tre ingredienti per prepararlo, mascarpone, savoiardi e caffè. Ognuno ha nel cuore e preferisce la propria versione, associandola a un determinato ricordo della propria infanzia. A me ricorda tanto il pranzo della domenica, quando mangiandolo si concludeva il pasto e ci si sdraiava sazi e soddisfatti sul divano».

Così l'idea è diventata un business di famiglia. Mamma Giovanna ci mette la ricetta e perfeziona la sua passione in cucina, ha studiato per ottenere il diploma in Pasticceria e Gelateria e ha frequentato un corso a Mantova da Marco Antoniazzi, uno dei migliori pasticceri europei secondo il World Pastry Stars del 2016. Giuseppe ha pensato a come sviluppare il progetto e quando, nel 2017, ha trovato a Milano il locale giusto, uno spazio molto piccolo in via De Amicis 7, ha coinvolto anche la sua fidanzata, Andrea Vasquez Medina, architetto di origini venezuelane che ha studiato l’ambiente a disposizione e contattato i migliori artigiani per dar concretamente vita al "corpo" di Mascherpa.

Giovanna Anoia e Giuseppe Loiero, madre e figlio

Giovanna Anoia e Giuseppe Loiero, madre e figlio

«Proponiamo la versione classica del tiramisù e altre versioni colorate, affiancati da altre creazioni di pasticceria che ruotano sempre attorno ai suoi tre ingredienti chiave», continua Giuseppe mostrando eleganti barattoli con tiramisù alla crema di frutti di bosco, mango, nutella, nocciola, pistacchio, fragola e cioccolato. Per la degustazione invece si affida al tiramisù scomposto: una tazza di caffè filtrato, qualche savoiardo («Riprendono la ricetta dei sardi pistoccus, sono prodotti da mia mamma grazie a uno stampo fatto fare su misura») e crema al mascarpone. E poi da le indicazioni, «ognuno può decidere come abbinare i tre ingredienti e in che ordine degustarli».

In vetrina ci sono le strip (“strisce” golose che ricordano nell’aspetto gli éclair francesi) e mini boule (piccole praline di cioccolato ripiene della loro crema). Travolti da tanta bontà c'è il rischio di dimenticare un dettaglio di questa storia: perchè il nome Mascherpa? È il mascarpone in dialetto milanese, l’unico ingrediente che ha origini lombarde: con questo termine si indicavano coloro che venivano dalla campagna e portavano il formaggio in città. Tradizione e innovazione.

Mascherpa è il primo esercizio commerciale italiano a essersi dotato di un registratore di cassa telematico che a fine giornata trasmette online all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi giornalieri, svincolando il negozio dall’obbligo di tenere un registro cartaceo.


Dolcezze

Anticipazioni, personaggi e insegne del lato sweet del pianeta gola

a cura di

Roberta Rampini

classe 1968, giornalista professionista, corrispondente de Il Giorno dal 2000. Coautrice del libro Storie di cibo nelle terre di Expo. Poco addestrata ai fornelli, amante della buona cucina, adora raccontare le "anime" della tavola

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