19-10-2018
Alcuni dei protagonisti di Rrno për me gatue, rassegna di cuochi e cucina che ha inteso ridefinire le radici della cucina albanese (foto facebook)
Forse è prematuro parlare di una “Nuova Cucina Albanese” e pronosticarne l’imminente successo come gastronomia emergente in grado di influenzare gli assi culinari planetari. Ma di certo qualcosa, tra Scutari e Saranda – che segnano all’incirca i confini Nord e Sud dell’Albania, tra Montenegro e Grecia – si sta muovendo, andando oltre i pur buonissimi byrek (versione albanese dei borek turchi), stufati e pasticci d’interiora.
In particolare a Tirana, la dinamica capitale del Paese guidata dall’energico sindaco Erion Veliaj, che ha ben chiara l’importanza del turismo e anche dell’enogastronomia per sostenere l’economia nazionale. Per questo ha supportato caldamente Reinventing Albanian cuisine, l’iniziativa pensata da Bledar Kola, chef patron del Mullixhiu, bel ristorante con micro-mulini e forno a legna dove tutto quello che è proposto, inclusi pasta e pane, è fatto in casa o arriva dall’azienda gemellata Mrizi i Zanave, nella regione rurale di Zadrima.
Organizzata insieme al fratello Nikolin con la partecipazione del comune di Tirana e dell’Albanian Manifacturers Union, ha coinvolto 12 tra i più talentuosi chef albanesi disseminati nelle cucine di mezza Europa – Italia in primis ma spesso con passaggi nordici – che animano Rrno për me gatue, associazione (e a beve fondazione) il cui nome, che significa “vivi per cucinare”, è mutuato dal titolo del libro di Zef Pilumbi, prete francescano imprigionato dal regime comunista, Rrno vetëm për me tregue ("Vivi per testimoniare").
Mario Peqini, pasticciere di Piazza Duomo ad Alba (Cuneo)
Bledar Kola, chef patron di Mullixhiu a Tirana
Vivono e lavorano in Italia Ardit Curri (Ristorante San Martino 26, San Gimignano), Ronald Bukri (da poco all’Osticcio Ristorante Enoteca di Montalcino dopo essere passato anche per Atman e per Inkiostro, parla con accento toscano e non tornava in patria, da cui è andato via a 6 anni, da oltre 20 anni), Loris Pema (al Pandenus di Milano), Mario Peqini (già miglior pasticcere per la Guida di Identità Golose, e ora al lavoro al Piazza Duomo di Alba) ed Entiana Osmenzeza, in procinto di lasciare Firenze per le Marche.
Entiana Osmenzeza
Sono loro a dover fare da modello per i più giovani, dalle dimostrazioni nelle scuole per parlare di cibo tradizionale e alimentazione sana – in collaborazione con la FAO Albanian – alle occasioni come appunto la giornata Reinventing Albanian cuisine, per dimostrare come la tradizione sia fondamentale ma possa anche essere la base per creare qualcosa di nuovo. La prima edizione dell’iniziativa, ospitata negli spazi del mercato Pazari i Ri, completamente rinnovato e circondato da ristorantini e bar alla moda, è stata soprattutto il primo passo nel creare un “movimento” basato sulla condivisione e sulla comune passione per il cibo. Una passione che va tramandata di generazione in generazione, facendo propria la famosa frase del compositore austriaco Gustav Mahler: “La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. 1. continua
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere