28-05-2018
Matteo Baronetto, chef del Cambio di Torino, sotto le telecamere russe in occasione dell’International Economic Forum di San Pietroburgo, 24-26 maggio scorso
Un pranzo per Emmanuel Macron, Vladimir Putin, il neo-ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano e alcuni dei più grandi imprenditori del mondo, preparato in occasione dell’International Economic Forum di San Pietroburgo. Lo ha firmato Matteo Baronetto, chef del Cambio di Torino, il 24 maggio scorso. Un episodio che, al di là dell’evento in sé, riveste un’importanza simbolica: la politica italiana – in questo caso il sindaco di Torino Chiara Appendino e Antonio Fallico, presidente dell’associazione Conoscere Eurasia – sembra aver definitivamente inteso il valore istituzionale e politico della cucina d’autore. È una verità che i francesi conoscono da oltre due secoli se è vero che, già nel 1815, il primo ministro francese Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord recluse il sommo pasticciere Marie-Antoine Carême nel castello di Valençay, alle porte di Parigi, per allietare i diplomatici d’Europa tra una trattativa e l’altra. Si pensi poi al piatto simbolo del cuoco più celebre del Novecento, Paul Bocuse, la Zuppa al tartufo Vge, dove Vge erano le iniziali del presidente di allora (1975), Valéry Giscard d'Estaing, salito a bordo del Concorde più per provare la zuppa che per varare l’aereo supersonico.
Matteo Baronetto a spasso per San Pietroburgo
Al centro congressi Baronetto doveva curare la regia di uno dei 3 ristoranti del forum (uno italiano, uno russo e uno asiatico), preparando per due giorni 400 pasti di cucina tradizionale - Vitello tonnato, Crema di amaranto con capesante e olive nere, Filetto di vitello con salsa al vino rosso e verdure all’olio e Bunet - col fiore all’occhiello del pasto per i 24 selezionatissimi ospiti di cui sopra.
Certo, i luoghi comuni sono duri a morire: «I russi hanno ancora una certa idea stereotipata della cucina italiana. Ma non potrebbe essere altrimenti se pensiamo che per decenni, nelle sedi istituzionali, abbiamo esportato certe figure, diciamo così, improprie. Ero felice perché la mia cucina è stata scelta come contorno importante di una serie di accordi commerciali bilaterali tra Russia e Piemonte. Era la ciliegina sulla torta».
Insalata piemontese
Riso zafferano e limone
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
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