05-07-2017
La Confeitaria Colombo: fondata nel 1894, in rua Gonçalves Dias 34 a Rio de Janeiro, è un gioiello di altri tempi in cui fermarsi a consumare un caffè o un dolcetto carioca
Rio de Janeiro è un luogo felice. Una metropoli complessa, a volte violenta e in cui la vita umana spesso nulla vale. Nonostante la pesante crisi che sta dilagando ancora una volta, andare a Rio vale il viaggio. Ci si può fermare qui o rimanervi pochi giorni e poi andare a scoprire le meraviglie del Brasile: le cascate di Iguazu con il suo Parco des Aves (in cui si gioca con i tucani), le vie chic della marina Buzios dalle acque color smeraldo o le alte dune sull’oceano di Jericocoara, nel nord est del paese. Volendo fermarsi a Rio, però, tanto c’è da fare. Mangiare, scoprire e scegliere un itinerario è difficile. Vi racconto quello che amo fare io. Prendere casa nella Zona Sul, dove si intrecciano i sofisticati quartieri di Ipanema e Leblon, perche si ha subito la piacevole sensazione di non essere più un turista, ma uno di loro: qui ci si confonde con i carioca, passeggiando in libertà per le strade. Facciamo colazione. All’angolo tra rua Maria Quitera 70 e rua Visconde de Piraja c’è Polis Sucos, con frullati e succhi preparati al momento: ananas, mango o açai (i fagioli rossi) la scelta è vostra. Sono i profumi della frutta tropicale che si sentono quando viene aperta: ti preparano ad assaporare i sapori del Brasile e sono inebrianti oltre che energetici la mattina. Ci si alza alle prime luci dell’alba (e non serve la sveglia, non ci sono quasi mai tapparelle o tende) per andare in spiaggia, sull’avenida Atlantica (Copacabana) o sulla Vieira Souto (Ipanema), dove si trova la più grande palestra attrezzata a cielo aperto del mondo e mezza città si raduna a fare sport.
I baretti sull'avenida Atlantica, Copacabana
Il pesce amazzonico dello chef Luiz Incao
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
vent'anni di esperienza nella comunicazione e nel marketing enogastronomico e alberghiero, ha scritto per L'Espresso ed è docente per scuole di specializzazione post lauream