Marco Reitano

La Pergola

La Pergola
Hotel Rome Cavalieri
via Alberto Cadlolo, 101
Roma
+39.06.3502152

Non ci sta, Marco Reitano, a sentirsi esponente – pur di spicco – di una categoria trascurabile, quella dei sommelier. E più genericamente dei figli del dio minore del servizio. Al punto da fondare con altri amici e colleghi affetti dallo stesso cruccio dell’associazione “Noi di sala”, con l’ambizione di diffondere le ragioni e la cultura dell’accoglienza, dell’educazione, della competenza. Buon per noi, anche se nell’iniziativa c’è un pizzico di velleitario candore.

Intanto Marco custodisce, sorride, consiglia, sorride, stappa, sorride. Soprattutto, sorride. Perché lui è della scuola rilassata che dribbla ogni sussiego. Del terrorismo psicologico degli aromi terziari, delle annate, dei cru, delle intimidazioni lessicali, delle patenti di inadeguatezza da affibbiare al cliente non sa che farsene. Tra lui e il cliente non c’è nessun fossato. E un po’ aiuta quella simpatica faccia da schiaffi addobbata da un’eleganza naturale che bypassa ogni possibile soggezione. Meglio farsi una risata, magari una battuta con quel romanesco controllatissimo che non toglie un’oncia alla sua professionalità. Il vino è un piacere; se non è bbono che piacere è?

Ciò non toglie che, per il resto, la faccenda sia serissima. Ai limiti della religione. Deriva quasi inevitabile quando si governa un santuario come la cantina della Pergola del Rome Cavalieri, unico ristorante tristellato di Roma e teatro della più convincente scena di servizio nell’Italia tutta. Reitano con il suo nome melodico amministra 3mila etichette, svariate decine di migliaia di bottiglie. Da un simile sacerdote ci aspetterebbe un’adorazione per le bottiglie inarrivabili. E invece lui, che viene dalla gavetta vera e che ha iniziato a sfacchinare alla Pergola un paio di decenni fa quando da studente aveva bisogno di mettere insieme pranzi e cene, sa che la grandezza si nasconde anche dietro etichette quanto al prezzo normali, cantore del paradiso accessibile. Meglio se italiano (anche se poi, la Francia…). E meglio se autoctono. Se lo dice uno che sostiene di avere assaggiato 70mila vini e soprattutto che non siano nemmeno tanti…

Anche sugli abbinamenti, non ci sono dogmi. Certo, la collaborazione con lo chef Heinz Beck è strettissima. Cibo e vino vanno a braccetto e uccidere un piatto con le stimmate del capolavoro con un bicchiere non adeguato è delitto e castigo insieme. Però, che diamine, bere è divertimento, sperimentazione, salto mortale; bevendo si mettono le basi per chiudere affari, chiedere perdoni, intessere affari di letto. Insomma, non è cosa da fare con il bicchiere in una mano e il vademecum nell’altra. All’ordine dei ragionieri di Bacco, Reitano non ha mai chiesto l’affiliazione.

Tanto è convinto della necessità di dissacrare l’atto del bere senza fargli perdere valore, che Reitano ha deciso di cambiare qualcosa non solo nel suo piccolo regno in cima a Monte Mario, ma anche nel malmostoso mondo romano dell’enologia. Si è così inventato Vinòforum, manifestazione estiva dedicata al bere che per la prima volta nella capitale ha fatto uscire il vino dai due ghetti lontanissimi della consorteria-con-password e del daje-che-se-beve-aggratis che si contendevano ogni evento pubblico.

Ha partecipato a

Identità Milano


nato a Roma, classe 1972, è chef sommelier del ristorante La Pergola dell’hotel Rome Cavalieri. Chevallier de l’Ordre des Coteaux de Champagne, è insignito del prestigioso Grand Award di Wine Spectator per la carta dei vini. Nel 2001 ha ottenuto l’Oscar dell’Ais come miglior sommelier italiano e il premio come miglior sommelier dell’edizione 2012 della guida internazionale Identità Golose

a cura di

Andrea Cuomo

Romano ma ora a Milano, sommelier, è inviato del quotidiano Il Giornale. Racconta da anni i sapori che incontra