11-04-2015
Lunedì e martedì prossimi si terrà l'ottava edizione de Le Strade della Mozzarella, la kermesse che raduna ogni anno grandi cuochi italiani e stranieri a celebrare una protagonista indiscussa, la mozzarella di bufala campana. Nella foto, il manifesto de Le Strade, firmato Gianluca Biscalchin
La natura aiuta, ma bisogna darle a volte una spintarella. La mozzarella (di bufala campana, andrebbe sempre aggiunto) è un’eccellenza agroalimentare italiana fino a non molti anni fa confinata a un consumo basico, per quanto di straordinario piacere; ossia perlopiù tagliata a fette e sposata a pomodori, basilico e un filo di extravergine. Se oggi la percezione delle sue potenzialità risulta aumentata e persino l’alta cucina ha steso tappeti rossi, molto lo si deve a Le Strade della Mozzarella, la kermesse la cui ottava edizione è in programma lunedì e martedì prossimi, come sempre a Paestum.
Non è cambiamento da poco, risultato di anni d’impegno; la svolta nel 2012. Era ospite Mauro Uliassi, presentò un Cremoso di mozzarella (come fosse una zuppa fredda, incorporava aromi diversi che sarebbero mutati poi nel tempo: frammenti di acciughe, anguilla affumicata, capperi fritti, pomodorini del piennolo, peperoni cruschi, crostini di pane al nero…). Per la prima volta, uno chef proponeva non un piatto estemporaneo, ma una composizione voluta, pensata, destinata a entrare in carta nel locale a Senigallia e poi a rimanerci a lungo.
Il Cremoso di mozzarella di Mauro Uliassi, presentato a Le Strade nel 2012
Un punto di arrivo – parziale: nuove sfide si sarebbero palesate – cui s’era giunti nient’affatto per caso. Era il 2005 quando Sapere e Guerra cercavano di escogitare un qualche evento che favorisse il turismo a Paestum: «Pensammo alla mozzarella, qui abbiamo 12 caseifici e 36mila bufale, contro 23mila umani. Eppure a celebrare questo prodotto erano solo sagre un po’ da Strapaese, nulla invece che facesse parlare e chiamasse a raccolta anche i cuochi…». Che non mancarono ben presto di aderire: nel 2008 la prima volta di Gualtiero Marchesi, nel 2009 quella di Massimo Bottura e Carlo Cracco…
E’, questa, una caratteristica peculiare de Le Strade della Mozzarella: dialoga con l’alta cucina ma si preoccupa anche del consumo quotidiano. Un aneddoto su tutti: «Ero a cena con Davide Scabin – racconta Albert Sapere – A un certo punto mi chiede: “Ma come vengono sciolti i sali nell’acqua di filatura?”. Aveva intuito che modificando la temperatura il cloruro di sodio si sarebbe potuto sciogliere più facilmente e il prodotto finale conservarsi meglio e più a lungo». Una soluzione oggi adottata da molti caseifici.
La Nuvola di caprese, di Pino Cuttaia
E il resto del programma? Molti principi della cucina italiana, da Niko Romito a Ciccio Sultano, da Salvatore Tassa a Piergiorgio Parini. Due anticipazioni. Primo, il ritorno di Pino Cuttaia, con un finto uovo non più di seppia, ottenuto per destrutturazione: ricotta, verdure e bottarga. E poi l’idea ancora top secret di Bottura. Che ha domandato: «Qual è il sogno della mozzarella?». Risposta di Sapere: «Il sogno non della mozzarella, ma dei suoi produttori, è quello di avere tutte bufale femmine, che producano tanto latte». Ecco allora il piatto del modenese: Il bufalo che vuol diventare una bufala.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera