Quanta vera qualità racchiude Ceglie

Ceglie golosa e accogliente può avere tante facce sorridenti a iniziare da quelle delle sorelle Ricci in contrada Montevicoli. Rossella, che quando non insegna musica si divide tra sala e cantina del Fornello, e Antonella che troviamo in cucina con il marito Vinod Sookar, conosciuto a Mauritius, invitato in Puglia e mai più mollato. Poi ecco il sorriso di Pamela Filomeno, titolare da tre anni di un B&B delizioso, il Sant’Anna, dove con l’arrivo del caldo si può fare colazione sul tetto (vedi foto in alto) e convincersi sempre di più che la luce di Puglia è unica. Come del resto è rara in altre parti d’Italia la spontanea simpatia della gente. Entri in un bar e vieni accolto con un “Ciao signore, cosa vuoi?”. E non è mancanza di rispetto, semplicemente non esiste il lei e nemmeno falsi convenevoli. Tutto molto inglese, tu o voi.

E allora teniamoci stretto anche il sorriso di Sante Barletta, chiamato Santino perché tocca i 2 metri, due centimetri in più e toccherebbe nel traverso della porta di una cucina piccola così, regno di sua madre Pompea, anni 75 e ancora tanta voglia di cucinare tradizione. Loro l’Osteria del Capitolo, un tempo cantina con mescita di vino sfuso, oggi localino schietto e gustoso. Attenti: Santino è il re della braciola, di cavallo o di manzo. Non aspettatevi una bistecca, bensì involtini cotti nel sugo di pomodoro.

Come l’Osteria del Capitolo, sono nel centro storico anche altri due indirizzi da non scordarsi a iniziare dal Botrus, lì sul belvedere della città vecchia, voluto da Francesco Nacci ed Evelyn Fanelli, una passione forte e sincera per il vino e il passato vissuto come fonte di energia per proiettarsi verso il futuro. Accanto alla Med Cooking School ecco invece Cibus, il locale aperto vent’anni fa da Lillino Silibello che ama fare cultura del prodotto. La stanza dove stagionano caciocavalli, caprini e soprattutto podolici è il suo vanto.

Nella stessa contrada del Fornello da Ricci, la Montevicoli, ecco il ristorante Da Gino. Marito e moglie lo aprirono quarant’anni fa, nel 1974, e ancora ci credono e credono nella forza di sapori rari, rari nel senso di una autentica conoscenza delle erbe spontanee e aromatiche. Mai banalità insomma. Infine Antimo a Casina Terramora ovvero la struttura in aperta campagna creata da Antimo Savese e da sua moglie Chiara tra un bosco di querce, olivi, verde, stanze e cucina. Una fuga lontano da tutto per coccolarsi.

In questo viaggio tra le bontà cegliesi, eccoci in cerca del buon pane. Probabilmente il forno, a legna tra l’altro, più buono è quello di Grazia Gigliola in via Ricasoli, telefono +39.0831.388380. E' un posto come se ne trovano solo al Sud. La porticina di legno sgangherata, le chianche per terra, mezzo bancone e il forno a vista alle spalle con le teglie giganti dove riposa il pane appena sfornato, e i tarallini all'olio, croccanti come da nessun'altra parte. Meravigliosi. Però non scherza nemmeno Salvatore Convertino al Forno Urso (sono formai da più generazioni, bene saperlo), +39.0831.379812, così come Cosimo Urso in via Porta di Giuso, +39.0831.376991. Sull’insegna di quest’ultimo è scritto Da Sisina, anche lì forno a legna dove vengono bruciati anche i gusci delle mandorle.

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