15-10-2018
Massimiliano Poggi, chef dell'omonimo ristorante a Trebbo di Reno (Bologna)
Woulda shoulda coulda. Questo modo di dire anglosassone può essere tradotto, approssimativamente, con: avrei voluto, avrei dovuto, avrei potuto. È il prediletto dai bolognesi, quando si parla di ristorazione e affini. Gli abitanti del capoluogo felsineo punteggiano le loro conversazioni di «se non fosse a Bologna», «se l’avesse aperto a Milano» e altri periodi ipotetici tutti volti a dimostrare che, se chef e ristoranti della loro città non godono della popolarità di cui dovrebbero godere, è solo per colpa della loro collocazione geografica. Normalmente questo atteggiamento giustificazionista mi infastidisce, ma c’è uno chef per cui è inconfutabilmente appropriato: Massimiliano Poggi.
La brigata (la foto è del 2016)
Spaghetti e Medicina, ossia con salsa di cipolla di Medicina e parmigiano, poi caramello di cipolla e rucola selvatica
Insalata russa
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
bolognese per nascita e per scelta, scrive di cucina e di tutto quello che le ruota intorno per Munchies Italia, il sito di Vice dedicato al cibo, con escursioni cartacee su Gazza Golosa e Dispensa. Tra le sue passioni si annoverano il Cynar, i biscotti e i boschi, non necessariamente in quest'ordine