26-01-2018
Il primo e l'ultimo numero de La Cucina Italiana, lo storico mensile che da settembre è diretto da Maddalena Fossati
Passato, presente e futuro. La Cucina Italiana sta per compiere 90 anni di vita, un’enormità (nacque a Milano il 15 dicembre 1929 per iniziativa del giornalista e letterato Umberto Notari, su suggerimento della moglie Delia Pavoni che l’avrebbe diretta fino alla morte, nel 1935), eppure scommette forte sul suo avvenire, con grandi progetti di rinnovamento. Lo ha deciso la casa editrice attuale, il colosso Condé Nast, e per farlo ha posto sulla plancia di comando un nuovo direttore, dal settembre scorso. Si tratta di Maddalena Fossati, 49 anni, milanese: reduce un’importante esperienza maturata in sette anni a Vanity Fair, durante i quali si è occupata di food in tutti gli ambiti (print, digital ed eventi); ha assunto la guida de La Cucina Italiana, ovvero il mensile e il sito internet. Abbiamo incontrato la Fossati, ragionando con lei su quanto si propone di fare.
Maddalena Fossati, direttore de La Cucina Italiana
Come pensi di rinnovare La Cucina Italiana, pietra miliare del settore, con quasi 90 anni di vita e un patrimonio enorme di autorevolezza e di contenuti? Non dev’essere un approccio semplice… «La Cucina Italiana a un certo punto della sua storia è diventata un giornale soprattutto di ricette. Io sto cercando di uscire da questo cul-de-sac; subito ho apportato una modifica in copertina, dove eravamo soliti “strillare” il numero di nuove ricette presenti all’interno. Non voglio fare la gara con internet, per questo abbiamo già il nostro sito che tra l'altro fa numeri importanti, 3 milioni 600mila utenti unici, e offre tutte le ricette possibili. Il cartaceo invece, se parla solo di questo, non ha senso. Invece ci dedicheremo sempre più, con belle foto, alla cultura del cibo e ad argomenti che interessino una fetta più grande di lettori, stiamo cercando di allargare il target coinvolgendo di più uomini e giovani. I primi riscontri ci premiano: Natale è andato molto bene, abbiamo moltissimi nuovi abbonati digitali, insomma una crescita che non si vedeva da tanto tempo».
Il primo numero di La Cucina Italiana, 15 dicembre 1929. Al centro, nella lista dei membri del "Comitato di degustazione", si leggono anche i nomi di Massimo Bontempelli e Filippo Tommaso Marinetti
I nuovi locali di La Scuola de La Cucina Italiana, in piazza Cadorna a Milano
Le copertine di dicembre e gennaio de La Cucina Italiana con, al centro, Maddalena Fossati
Tornando al tema delle cucine regionali… In una città come Milano si assiste a un paradosso: trovi ottima cucina cinese, giapponese, argentina e così via, mentre risulta molto più difficile trovare buone tavole piemontesi, venete, marchigiane… Perché? «Noi da marzo pubblicheremo ogni mese una ricetta regionale. Però occorre fare un’operazione più complessiva, oggi la cucina regionale viene considerata vecchia, anche perché molti locali che la propongono non si sono mai rinnovati, appaiono polverosi. Bisogna non tradire la tradizione, ovvio, ma anche rinnovarla, alleggerirla, proporla in versione più moderna sia per quanto riguarda il piatto, sia per il luogo dove la si consuma. Se noi addetti ai lavori ci incamminiamo in questa direzione, allora anche Milano avrà più locali di tale tipo, oggi non ci sono perché appaiono legati a un modello arcaico. E in questa città non c’è spazio per i passatismi».
Una delle prelibatezze suggerite per il numero di Natale
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera