03-08-2017

I ristoranti dell'estate: Alto Adige / 1

La prima parte della selezione dei migliori indirizzi in una zona piena di splendidi paesaggi e di ottimi ristoranti

Tra le montagne dell'Alto Adige si mangia davv

Tra le montagne dell'Alto Adige si mangia davvero bene: ecco la prima parte dei migliori ristoranti selezionati dalla Guida di Identità Golose

In queste settimane troverete su Identità Golose tutti i migliori ristoranti d'Italia nei luoghi di villeggiatura. Oggi la prima parte della nostra selezione sull'Alto Adige

ZUR ROSE (via Josef Innerhofer, 2, Appiano (Bolzano) - San Michele, +39.0471.662249, zur-rose.com)
Ormai lo si può definire un grande classico della cucina altoatesina. Si entra sempre volentieri qui Alla Rosa, per l'affabilità della coppia Herbert/Margot, per la piacevole costanza nella proposta gastronomica, che non vive di alti e bassi ma di certezze. Ed è per questo che piace considerarlo quasi un indirizzo didattico, verrebbe da dire, per incontrare di volta in volta la tradizione, la rivisitazione della stessa o il delicato viaggio verso nuove espressioni del gusto. Approfittando di un prodotto nuovo o di una intuizione che diventa ricetta. Leggi qui l'intera recensione firmata Gualtiero Spotti.

LA SIRIOLA dell'hotel Ciasa Salares (via Prè de Vì, 31, Badia (Bolzano) - San Cassiano - Armentarola, +39.0471.849445, ciasasalares.it)
Carattere, grinta e talento. Sono i segni particolari di Matteo Metullio, classe 1989, ragazzone che ha sempre avuto le idee chiare. A 14 anni è partito dalla sua Trieste per salire tra le Dolomiti, a Falcade, dove ha frequentato la scuola alberghiera. E' quindi arrivata la chiamata di Norbert Niederkofler e si è così materializzato il sogno di un'esperienza al St. Hubertus. Storia più recente sono l'approdo a La Siriola, come sous chef di Fabio Cucchelli e poi, con la partenza di quest'ultimo, l'incarico di afferrare direttamente il timone della cucina. La famiglia Wieser ha puntato tutto su di lui e ha vinto la scommessa, come certifica la stella riconfermata nel 2013 che ha reso Matteo il più giovane stellato d'Italia. Leggi qui l'intera recensione firmata Andrea Ciprian.

Matteo Metullio

Matteo Metullio

ST. HUBERTUS del Rosa Alpina (strada Micurà de Rü 20, Badia (Bolzano) - San Cassiano, +39.0471.849500, rosalpina.it)
Passare in rassegna i 20 anni di lavoro festeggiati da Norbert Niederkofler nel 2016 – ora si è entrati nel 21° - significa tastare con mano una costante: la modernità di uno chef troppo schivo per diventare un comunicatore, troppo geograficamente periferico per assurgere ad alfiere della contemporaneità tricolore. Ma anche troppo bravo per non essere considerato stella polare della nostra ristorazione, una delle sue declinazioni migliori, anche culturalmente (e quest’anno premiamo il suo pastry chef Andrea Tortoracome Miglior pasticciere). E’ un piccolo gigante difeso dalle montagne della val Badia, che per lui sono nel contempo salda radice territoriale e trampolino per una visione che abbraccia la terra intera. Leggi qui l'intera recensione firmata Carlo Passera.

LAURIN (via Laurin, 4, Bolzano, +39.0471.311000, laurin.it
Sono passati già quattro da quando l'appena 27enne bolzanino, con origini siciliane, ha preso in mano il più importante albergo di Bolzano che di cuochi illustri, prima di lui, ne aveva già visti e macinati parecchi. Ma cosa è successo per far dire finalmente anche a Bolzano: «Mangiamo in città?». Un piccolo rinascimento gastronomico, forse, a cui, Astuto, certamente, ha offerto una testa di ponte. E così al prendere la macchina per le numerose destinazioni gourmet della provincia, si offre, ora a due passi da piazza Walter una talentuosa alternativa per cena o, magari abbreviata, per pranzo. Col secondo Michael Rabesteiner, Astuto ha costruito in questi anni una proposta di cucina non solo valida ma stimolante. Leggi qui l'intera recensione.

ZUR KAISERKRON (piazza della Mostra 2, Bolzano +39.0471.980214, www.zurkaiserkron.com)
Torna protagonista uno dei più antichi ristoranti di Bolzano e un cuoco che per quasi un decennio è stato ai vertici della cucina alpina. Salito alla ribalta con la Siriola, in val Badia, e dopo 5 intensissimi anni passati nell'alta ristorazione internazionale tra Antigua ai Caraibi, Arabia Saudita, il nuorese Claudio Melis si è insediato da quasi un anno alla Kaiserkron, lo storico "salotto buono" di Bolzano, con Robert Wieser, fratello di Stefan, patron di Ciasa Salares, e Monika Wieser, sua moglie. Il ristorante risalente al 1868, realizzato nel "vecchio" palazzo Pock, conta attualmente quasi 150 anni di attività. Leggi qui l'intera recensione.

GOURMETSTUBE EINHORN del Romantik hotel Stafler (via Mules, 10, Campo di Trens (Bolzano), +39.0472.771136, stafler.com)
La fantasia di Peter Girtler che ha cominciato cucinare quasi per scherzo è davvero inesauribile. Nel ristorante unicorno dentro al Romantik Hotel Staflerm, ben due stelle Michelin, sull'antica strada provinciale che collega Bressanone al confine del Brennero il suo insolito richiamo attira ormai una schiera di appassionati quasi devoti. Sarà la generosità dei suoi numerosi assaggi. Delle piccole e grandi variazioni sul tema. Sta di fatto che ogni suo piatto sembra moltiplicarsi in un ulteriore mosaico di piattini di varianti e variazioni sul tema. Leggi qui l'intera recensione.

KUPPELRAIN (via Stazione, 16, Castelbello (Bolzano), +39.0473.624103, kuppelrain.com)
Ci sono luoghi che più di altri ti rimangono nel cuore. Luoghi in cui ogni volta è una volta migliore. Kuppelrain, oggi, è il ristorante a conduzione famigliare migliore dell'Alto Adige. A 3 anni dagli innesti dei giovanissimi Nathalie e Kevin, reduci da percorsi di formazione esterni, a casa Kuppelrain si sente pulsare magia, armonia ed energia. Due le facce proposte: di sera va in scena la versione in "abito lungo", il ristorante importante, la cucina più elaborata, i grandi menu degustazione accompagnati dalla sapiente scelta a bicchiere di mamma Sonya. Di giorno la versione bistrot, ovvero la cucina delle stelle in forma più semplice ma con la stessa attenzione al dettaglio e una strizzata d'occhio al portafogli. Leggi qui l'intera recensione firmata Stefano Zambon.

Chris Oberhammer

Chris Oberhammer

JASMIN dell'hotel Bischofhof (via Gries, 4, Chiusa (Bolzano), +39.0472.847448, bischofhof.it)
Mamma Elisabeth ci aveva visto giusto. Il piccolo Martin, che amava giocare con le pentole e che voleva sempre starle a fianco nella cucina del Bischofhof, l'albergo di famiglia, da grande avrebbe fatto lo chef. Probabilmente nemmeno lei, quando iniziò a incoraggiarlo nel prendere la via dei fornelli, avrebbe immaginato che il ragazzino aveva davanti una carriera da prodigio. Martin ha dimostrato fin da subito di possedere talento. Nel suo cammino di crescita, cominciato a 16 anni, ha incontrato grandi maestri come Heinz WinklerArmin MairhoferCorrado Fasolato che lo hanno forgiato e ispirato. Il ritorno a casa, nel 2002, è stato un trionfo. Dopo 4 anni, il giovane chef si è visto accendere sul suo Jasmin la prima stella Michelin. Leggi qui l'intera recensione firmata Andrea Ciprian.

UNTERWIRT (località Gudon, 45, Chiusa (Bolzano), +39.0472.844000, unterwirt-gufidaun.com)
Gudon è un sognante paesino della Valle Isarco. Lo si raggiunge in 5 minuti (e un paio di tornanti) dal casello di Chiusa dell'autostrada del Brennero. Qui, in un'antica casa sapientemente ristrutturata, sorge la Gasthaus Unterwirt, insegna che Thomas Haselwanter conduce con entusiasmo e passione insieme alla famiglia. Il cuoco prosegue una tradizione iniziata dal bisnonno nel 1936. Il passaggio di testimone tra lui e il padre, come spesso accade, ha avuto dei momenti burrascosi perché Thomas aveva in mente una cucina diversa rispetto a quella dei genitori. Leggi qui l'intera recensione firmata Andrea Ciprian.

TILLIA (via Dolomiti, 31b, Dobbiaco (Bolzano), +39.335.8127783, tilia.bz)
Chris Oberhammer, classe 1973, è entrato presto nel mondo della cucina. Non aveva ancora soffiato sulla decima candelina quando indossò il grembiule nell'albergo dei genitori. Crescendo maturò in lui una certezza: da grande avrebbe fatto lo chef. Per realizzare il suo sogno a 18 anni cominciò a viaggiare con il desiderio di entrare nell'orbita di grandi maestri. Alla prima tappa al Maison du Bouef di Bruxelles ne seguirono altre, prestigiose, come quella vissuta accanto ad Alain Ducasse al Le Louis XV a Montecarlo. Oltre alle tecniche, nel principato apprese l'importanza della profonda conoscenza degli ingredienti e degli abbinamenti tra i sapori. Conoscenza che sta alla base dei suoi piatti, intriganti, originali, diretti. Leggi qui l'intera recensione firmata Andrea Ciprian.

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