13-10-2016
Oliwer Glowig di fronte al banco dei formaggi del nuovo Mercato Centrale di Roma, a due passi dalla Stazione Termini. Mariella Caruso è andata a curiosare tra i banchi ("targati" anche Gabriele Bonci, Stefano Callegari...) per Identità Golose
La bottega di Sandrino, orgogliosamente «carciofaro de Campo de’ Fiori da quattro generazioni», è la prima che s’incontra entrando al Mercato Centrale di Roma. Non so se sia solo un caso, o se la posizione del banco di Alessandro Conti sia il risultato di una precisa scelta di marketing. Ma trovare un piatto di carciofi e insalata di puntarelle alla romana come biglietto da visita del secondo Mercato Centrale appena inaugurato a Roma, che segue di due anni l’apertura di quello di Firenze a San Lorenzo, è fattore identitario di quella «peculiarità territoriale» tanto ricercata da Umberto Montano, presidente di Mercato Centrale, e ideatore del progetto partito dal capoluogo fiorentino. Del resto cosa sarebbe la cucina romana senza carciofi e puntarelle?
«Sono un sognatore facile agli entusiasmi, ma la notte prima dell’apertura sono stato assalito dai dubbi», ammette Montano chiacchierando coi giornalisti, davanti all’ottima pizza margherita di Romualdo Rizzuti, all’ombra della Cappa Mazzoniana, il capolavoro architettonico che costeggia la Stazione Termini sul lato di via Giolitti, gioiello tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali ed ex sede del Dopolavoro ferroviario, diventato la casa di Mercato Centrale Roma. «L’ambizione è far diventare questo “mercato” una destinazione per la città. Che si trovi all’ombra della Stazione Centrale, e potrà essere anche un luogo per i tanti viaggiatori che arrivano a Roma in treno, è soltanto un caso», ammette.
«I no non esistono - aggiunge De Gennaro - e gli ingredienti possiamo comprarli nelle botteghe». Tra queste ultime ci sono quella dei tartufi di Luciano Savini, le proposte vegetariane e vegane di Marcella Bianchi, gli hamburger di Chianina di Enrico Lagorio e i dolci siciliani (e non solo) di Arà di Carmelo Pannocchietti che raddoppiano dopo l’esperienza fiorentina. Si affiancano i formaggi prodotti, selezionati e affinati da Beppe Giovale e i fiori recisi e il cioccolato Steiner di Pierangelo Fanti, alla sua prima esperienza di bottega a marchio.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile