29-04-2015
Enrico Camelio, a sinistra, e lo chef Fabio Pecelli, a destra, allo stand Iacobucci insieme a uno dei rappresentanti della ditta laziale, leader mondiale nell'alta ingegneria applicata alla cabina in aerei e yacht. Il suo nuovo forno permette cotture espresse a bordo
Preferire un Filetto di carne con salsa barbecue e verdure fresche o un Salmone grigliato con yogurt e salsa di cipolle con asparagi al vapore e carote baby? Ravioli di ricotta e spinaci freschi con salsa di San Marzano, parmigiano 36 mesi di stagionatura e foglie di basilico oppure Noodles in brodo di funghi con gamberi sautée, funghi pioppini e salsa di soia? Sono esempi di menu reali, tratti non da qualche ristorante di grido ma dalla cucina più d’alta quota che sia mai stata immaginata. Quella, fresca, à la carte, che è già possibile su grandi aerei impegnati in viaggi intercontinentali, grazie a un’invenzione italiana firmata Iacobucci Hf Aerospace di Lucio Iacobucci.
La ditta di Ferentino (Frosinone) è leader mondiale nell'ingegneria applicata all’allestimento delle cabine negli aerei: dalle poltrone tecnologiche alle macchine per fare il caffé espresso (sono gli unici a produrle; la vostra compagnia aerea può offrivi in volo un perfetto espresso in cialda...). Il forno è uno dei suoi nuovi prodotti di punta, da un brevetto tedesco: consente di cucinare piatti persino tra le nubi, grazie a una duplice innovazione. Possiede quattro vassoi a cassetto capaci di cuocere e grigliare a induzione, contemporaneamente e con diverse temperature, senza emettere alcun fumo, condizione indispensabile per poter essere montato a bordo.
Filettino grigliato tra le nubi
Per ottimizzare le prestazioni del forno, garantire cibo d'alta qualità e standardizzare le procedure di preparazione dei piatti, Iacobucci si è affidata ad alcuni professionisti del settore. Come Enrico Camelio, romano, classe 1971, consulente per l'alta ristorazione e docente di sala e bar all'Artusi, uno che ha lavorato con Heinz Beck, Antonello Colonna e Niko Romito. «Mi hanno contattato più di tre anni fa, mi son messo a lavorare al progetto insieme allo chef Riccardo Di Giacinto. Mi sono subito reso conto che si trattava di un'innovazione pazzesca: poter cucinare espresso durante un volo transoceanico, dire finalmente addio a quegli orridi vassoietti di cibo precotto e poi riscaldato... Che limiti ha il forno? Praticamente nessuno, o meglio solo una capacità quantitativa: può cucinare per 10-15 persone, non di più». Per ora è infatti dedicato ai passeggeri di prima classe, ma si ritiene la sua diffusione possa poco a poco allargarsi.
Il forno di Iacobucci
«Io trovo assurdo che la compagnia aerea italiana non adotti questo forno - conclude Camelio - Noi abbiamo tre eccellenze: il cibo, l'arte, l'abbigliamento. Dovremmo poter fornire un servizio di livello anche in cielo». Invece Alitalia preferisce scuocere la pasta, servendo subito il peggio come biglietto da visita ai turisti stranieri e ai buongustai italiani, come aveva rilevato anche Paolo Marchi qui.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera