27-01-2015

Il food e il team

Leadership, coordinamento e problem solving: tre ingredienti per motivare la squadra di lavoro

La squadra dietro all'organizzazione di Identità

La squadra dietro all'organizzazione di Identità Golose, congresso che avrà luogo dall'8 al 10 febbraio prossimo, undicesima edizione. Motivare è importante, spiega il coach e trainer Ciro Magni, tra i docenti del primo corso per Food Event Manager, lanciato da Identità Golose in collaborazione con ConviviumLab - Arte del Convivio. Otto lezioni per 4 fine settimana, a partire dal 28 febbraio 2015. Per saperne di più, clicca qui (foto Alessandro Castiglioni)

Dopo il contributo di Nausica Montemurro, pubblichiamo qui il contributo di Ciro Magni, docente tra i docenti del corso per Food Event Manager, organizzato da Identità Golose in collaborazione con ConvivumLab - Arte del Convivio.

Negli ultimi anni abbiamo sempre sentito parlare di temi legati alla leadership, alla motivazione e al problem solving associandoli al mondo delle aziende produttive o dei servizi. Nell’immaginario collettivo, il leader e il team vincente vengono percepiti in uno scenario fatto di sale riunioni, computer portatili, abbigliamento formale-metropolitano e con l’immancabile sorriso che trasmette ottimismo. Nella realtà dei settori in evoluzione come quello del food e, in maniera più specifica nell’organizzazione di eventi enogastronomici, organizzare, guidare e motivare un team ha un peso non indifferente. La bontà e la qualità dei prodotti enogastronomici, affidate a un team mal guidato e non motivato che sapore lasceranno nel ricordo dei visitatori?

Proprio per questo, nei tre ingredienti che seguono, vedremo come l’importanza del contenuto, ovvero la qualità dei prodotti enogastronomici, non può essere disgiunta dalla relazione, quella parte intangibile di comportamenti efficaci che rende vincente ogni evento.

Ingrediente 1: leadership in abbondanza
Il leader è colui o colei che sa dove sta andando. Avere consapevolezza di quali siano i nostri comportamenti ci consentirà di tracciare al meglio il nostro stile di leadership. «Che leader sono?». È la domanda giusta da porsi. Se non ho consapevolezza dei miei comportamenti, difficilmente riuscirò a individuare il mio stile di leadership per poter guidare un team verso il successo. Siamo leader autoritari o autorevoli? Situazionali o che lasciano fare? Per arrivare a conoscerci meglio avremo bisogno di fare luce su quella zona cieca che spesso ci fa comportare in modo tale che gli altri si accorgano di cose che noi non vediamo e che diamo per scontate.

Ciro Magni, executive coach & trainer in progetti nazionali e internazionali

Ciro Magni, executive coach & trainer in progetti nazionali e internazionali

Ingrediente 2: motivazione e coordinamento q.b.
La motivazione è qualcosa che si ha dentro o non si ha. Per motivare un team non bastano soltanto i fattori legati alla remunerazione, i discorsi esaltanti e le riunioni di squadra. Non è soltanto questo. Si crea motivazione nel team quando si riesce a fare sinergia e a trasmettere agli altri la big picture: saper comunicare per far comprendere che l’attività del singolo non è soltanto fine a se stessa, ma diventa elemento sinergico per un risultato generale di efficacia. Se dovessimo tradurre quanto scritto in una semplice operazione matematica, potremmo dire che per saper creare motivazione, dovremo far ragionare il team in termini di 1+1=3.

E per coordinare? Il coordinamento è la parte conseguente alla motivazione: come possiamo incanalare e utilizzare al meglio l’energia della motivazione? Coordiniamo un team attraverso la corretta gestione delle priorità, imparando a utilizzare la matrice delle cose importanti e urgenti, combattendo i “ladri” di tempo e riducendo al minimo gli sprechi.
Impariamo a fare un elenco di quelle che sono le cose.
importanti-urgenti (devo farlo adesso)
importanti-non urgenti (posso organizzarmi per quando farlo)
urgenti-non importanti (posso delegare a qualcuno?)
non urgenti-non importanti (attenzione agli sprechi)

Ingrediente 3: problem solving all’occorrenza
Gestire un team all’interno della gestione di eventi enogastronomici vuol dire gestire e risolvere problemi. La variabile delle situazioni in cui le tensioni salgono, lo stress aumenta e i problemi si moltiplicano è direttamente proporzionale all’importanza e alla complessità dell’evento stesso. Pensate che il numero d’interazioni e dunque di potenziali conflitti che possono nascere in un team è misurabile con una formula matematica che per ovvii motivi evito di proporvi in questo contesto. Vi basti solo pensare che in un team di 7 persone che interagiscono tra di loro ci sono ben 42 potenziali occasioni di conflitto in agguato…

Foto Alessandro Castiglioni

Foto Alessandro Castiglioni

Il problem solving consiste nell’avere metodo non solo nella gestione e soluzione dei problemi, ma possibilmente nella loro prevenzione. Si previene un problema se si attenua o addirittura disinnesca la reazione scomposta auno stimolo ricevuto. Vogliamo evitare reazioni “di pancia” nel gestire e risolvere i problemi che inevitabilmente arriveranno? Iniziamo a lavorare sulla separazione tra lo stimolo che riceviamo (problema/conflitto in arrivo) e la risposta che diamo di conseguenza.

La separazione dei due momenti ci consentirà di creare uno spazio strategico in cui agire, scomponendo analiticamente il problema in più fasi:
Problem finding: qualcosa non funziona come dovrebbe
Problem setting: cerchiamo le cause (non le colpe)
Problem analysis: analisi del problema e sua scomposizione
Problem solving: eliminazione delle cause di disagio
Decison making: decidere come agire.

Questi sono gli ingredienti base, a tutti noi spetta il compito di esserne all’altezza.

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Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Ciro Magni

co-Founder della School of Coaching,cura la realizzazione e lo sviluppo di progetti di Sviluppo organizzativo a livello nazionale e internazionale nell’ambito dello Sviluppo manageriale

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