30-07-2014
Gruppo di chef ospiti al completo nella seconda giornata dei festeggiamenti per i quarant'anni del Piccolo Lago di Verbania. In primo piano, da sinistra il secondo è Pino Lavarra, dopo di lui si riconoscono Josean Alija, Yoji Tokuyoshi, Vladimir Mukhin e il padrone di casa, Marco Sacco. Dietro di lui, i due spilungoni in secondo piano sono Giorgio Revelli e, a destra, Paolo Griffa. (Foto Paolo Picciotto)
«I miei prossimi progetti? Partire con mia moglie. Viaggiare, star via tanto tempo, visitando le città dei nostri sogni. Quando? Tra un decennio», ossia non appena una nuova generazione sarà pronta, ai fornelli di Verbania, «prima non posso, ho troppo da fare». Ha il senso della storia, Marco Sacco. Rispetta il rito antico che prevede il tramandarsi dei saperi. E dei sapori.
Sono appena finiti i festeggiamenti per i 40 anni del Piccolo Lago, il suo bel gioiellino bistellato che sembra tuffarsi nello specchio d’acqua col nome dal comune confinante, Mergozzo: e dalle onde increspate ancora dalle ultime scariche di tempesta sembra emergere la voglia di fare un bilancio meditato. Noi sfoderiamo il taccuino. Tutto ebbe inizio da Gastone e Bruna Sacco, anno 1974, «io avevo 9 anni ma mi ci buttai subito», a pesce (d’acqua dolce) vien da dire, vivendo così tutta l’evoluzione della cucina italiana fino a prendere le redini ai fornelli, creare un Piccolo Lago a sua immagine, «bisogna sempre fare i passi giusti, non restare indietro ma neanche anticipare i tempi, siamo chef proprietari noi…», il che aiuta in questi anni di crisi (che qui s’avverte meno) ma impone il rispetto ferreo di due regole: «Rinnovarsi senza voler correre troppo. Mantenere grande costanza». Viene in mente l’Oriali di Ligabue, “anni di fatica e botte e / vinci casomai i mondiali”, ma sarebbe in fondo un paragone improprio, a Sacco riconosciamo volentieri un’eleganza in più.
Marco Sacco al pass durante la festa di compleanno del "suo" Piccolo Lago. Lunedì ha preparato un antipasto sontuoso, Fegato d’anatra “marbrè” Rougié, insalata al burro nocciola e grano arso (lo si intravvede in basso) (foto Paolo Picciotto)
Torta finale per il compleanno del bistellato piemontese (Foto Paolo Picciotto)
Insomma, festa vera, di palato e di cuore. Ora che è finita, c’è la soddisfazione di una continuità che non vien meno: «Qui al Piccolo Lago c’è una squadra di giovani straordinari, ho coinvolto i miei figli, abbiamo il bravo Paolo Griffa… Farò come mio padre, lascerò loro le redini, a chi se lo meriterà di più». Non è ancora il momento però, c’è da accompagnare la crescita della nidiata. In fondo, basta dare un veloce sguardo allo splendido specchio d’acqua lì davanti, ora che il sole torna a far capolino, per ricaricare le pile e ripartire: avanti, con altri 40…
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera