16-06-2016
Massimo Bottura con Alain Ducasse martedì, durante la festa a Eataly. E' stata anche l'occasione per presentare le prossime edizioni di Identità a New York e Chicago
Massimo Bottura con Alain Ducasse
Autografo
Con la moglie Lara Gilmore
Paul Pairet, Pierre Hermé, Mario Batali e Massimo Bottura
Yannick Alléno, Pierre Hermé, Mario Batali, Massimo Bottura, Raf Alajmo e Alain Ducasse
Batali mattatore
La Frittata di spaghetti preparata da Riccardo Orfino
«Ma tu Paolo lo sapevi», sottinteso che Massimo avrebbe vinto i World’s 50 Best Restaurants, mi diceva martedì pomeriggio Lara Gilmore, per tutti la signora Bottura. No che non lo sapevo, ma avevo tentato un ragionamento ben sapendo che chi viene dato per favorito poi esce scornato. Su tutti il brasiliano Alex Atala quattro anni fa, ma anche lo scorso anno Daniel Humm dell’Eleven Madison Park.
A parte quelli che meno sanno e più parlano, con un 2015 dominato in Italia dall’Expo di Milano era facile credere che mai come in questa occasione avremmo avuto nel Buon Paese tanti critici e food writer legati ai Fifty. Non solo: il modenese ha lanciato il suo straordinario progetto del Refettorio proprio a Milano, prossima tappa ad agosto Rio de Janeiro in coincidenza con i Giochi Olimpici. Se non ora mai più, perché il mondo è grande e in tanti, cuochi, aziende e istituzioni, giocano al Risiko della ristorazione. Non è una corsa per pochi.
Mario Batali, Massimo Bottura, Enzo Vizzari, Raffaele Alajmo, Alain Ducasse, Paolo Marchi e Davide Scabin
Presentazione e celebrazione come era scritto nell’invito, con un annuncio in anteprima. A fine luglio aprirà il secondo Eataly di Manhattan, quello Downtown, Riccardo Orfino sarà lo chef del ristorante interno, che si chiamerà Osteria della Pace. Il nome non è stato scelto a caso visto che tutto prenderà il posto delle Torri Gemelle, abbattute dagli attentati dell’11 settembre 2001. Per l'occasione martedì è stata servita una Frittata di spaghetti, piatto povero, piatto di recupero che Orfino ha pensato come omaggio al tema di ottobre: "Non sprecare il pianeta". Un imperativo esaltato dall’Expo, che a lungo dominerà la scena mondiale.
L’Osteria Francescana se ne sta in via Stella a Modena, un segno: «Quando ho ricevuto la terza stella, ho dormito per un mese con sul comodino la giacca che ti fanno indossare alla presentazione della guida. Mi svegliavo domandandomi se avessi sognato. Guardavo accanto al letto, la ritrovavo e la giornata poteva avere inizio. Un giorno ho detto al sindaco di Modena che il nome della strada andava cambiata: Via Tre Stelle. Abbiamo riso».
Bottura in partenza: si sta recando ai 50 Best, dove sarà incoronato
Poi ecco da Manila Margarita Forés, miglior chef donna per il 50 Best Asia. Quindi Mario Batali, vulcanico. Il tempo di metterli in festosa posa ed ecco altri tre grandi come Pierre Hermé, Yannick Alléno e Paul Pairet, ne abbiamo appena scritto qui. Dirà Ducasse: «Ognuno deve esprimere la sua cultura. Non è una questione di Italia e Francia, di guide e di premi. Questa è la risposta alla globalizzazione: essere se stessi».
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi