08-05-2014
A Stoccolma per le selezioni europee del Bocuse d’Or, il mondiale per cuochi venti-trentenni, la finale il prossimo gennaio a Lione, per l'Italia ecco il trentino Diego Rigotti, il tour riservato alla stampa non poteva che iniziare da una visita, ma non una cena, all’Operakällaren e il perché è subito evidente. E’ il ristorante bene, storico della capitale, una scheggia del palazzo reale scivolata al di là del braccio di mare che taglia la capitale svedese come il Canal Grande Venezia.
Stefano Catenacci, chef stellato a Stoccolma
L’Operakällaren è stellato, la sua cucina non è né italiana né segue l’onda della rivoluzione nordica: “Scriva cucina internazionale e non sbaglia. Non so se il Noma è davvero il miglior posto al mondo, però Redzepi ha fatto sì che il mondo puntasse gli occhi sulla Scandinavia e questo è davvero importante per tutti noi”. Poi ognuno fa la sua corsa e il pubblico sceglie.
I Catenacci hanno una di quelle storie che potrebbero ispirare un romanzo o un film, anche se Alessandro Manzoni ha dimostrato che ogni vita può essere raccontata con tre parole: “Mio padre, Vincenzo, è romano, mia madre napoletana, si sposarono presto, lei aveva 16 anni, papà dieci di più. Nel 1958 nasce mio fratello e mio padre decide di cambiare passo. Aveva risparmiato per un anno e con un amico va ad Amsterdam. Una sera bevono e si divertono e crollano a dormire. Quando finalmente si risveglia, l’amico non c’è più e i soldi neppure. Non era proprio un amico, però a quel furto dobbiamo la nostra fortuna. Papà non ha il coraggio di raccontarlo a casa, lavora e tace. Poche settimane e un giorno uno gli suggerisce di andare a Stoccolma perché le opportunità sono mille. Detto e fatto”.
Stefano sprizza soddisfazione, nato qui ha il doppio passaporto e non farebbe mai cambio con l’Italia: “Si lavora duro, ma tanto dai tanto ricevi. Ad esempio, noi facciamo parte di un’associazione che si chiama Svanen per la salvaguardia dell’ambiente. Abbiamo tante regole da rispettare che riempiono uno schedario alto così, tipo sette bidoni per la raccolta differenziata, piuttosto che l’obbligo a usare candele prive di paraffina però in Svezia quando guidi, e qualcosa ti obbliga a fermarti, tutti spengono il motore per non inquinare. Viene naturale e allora non ti senti solo”.
Io mi incavolo di brutto a sentire queste storie. Ci hanno rubato l’Italia.
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Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi