13-04-2014
Non poteva mancare la foto ricordo della giuria del primo Concours du meilleur pesto de Paris, scattata davanti all’ingresso de Le Purgatoire al 54 di rue de Paradis. Da sinistra verso destra, in prima fila: Benedetto Chierici di Qualitalia, il motore di tutto Alessandra Pierini, il vincitore Gianluca De Simone, unico con il grembiule verde, Sergio Di Paolo dell’Associazione dei Palatifini, Stefano Palombari di L’Italie à Paris (con gli occhiali) e infine il critico Périco Légasse. In seconda fila, sempre da sinistra, ecco il vulcanico Filippo Giarolo, il pasticciere Benoit Castel, lo chef Maurizio Pinto e, seminascosto, il padrone di casa Alain Cirelli. Paolo Marchi era al di qua dell’obiettivo
Un sabato intero quello di ieri, sabato 12 aprile, senza avere incrociato una faccia immusonita. Intanto, da parte mia e di chi arrivava direttamente dall’Italia, conta molto il fatto che si era a Parigi e per chi a Parigi vive tutto l’anno ha pesato il fatto che fosse una splendida giornata di sole. “Quindi è sempre grigio e piove quasi sempre”, che non è vero ma nella capitale dell’esagono è così, cielo azzurro e aria fresco-caldina il giusto, da almeno due settimane. Perché non sorridere allora?
Tutto molto allegro a vedersi e in fondo pure a viverlo da concorrenti, trenta in tutto, nonostante la tensione e il lavoro di braccia con il pestello, mezzora a ritmo serrato. L’idea della kermesse è di un poker italo-francese a iniziare da Alessandra Pierini, radici a Genova, in una precedente vita marsigliese affinatrice di formaggi e ristoratrice, con tanto di patente per guidare il camion con il quale andava ogni due settimane a fare incetta di grandi prodotti di casa nostra. Alessandra è una di quelle donne che ti colpiscono per personalità e bellezza, la bellezza che nasce anche dalla testa e non solo dal corpo. E’ l’anima e il motore sotto la collina di Montmartre, al numero 15 di rue Rodier, di RAP, micro drogheria italiana dove è bandita la mediocrità.
Alain Cirelli e Filippo Giarolo
Il pesto ha questo di eccezionale: è una salsa che non va cotta, caso di sugo per la pasta che non solo rifiuta il pomodoro, ma evita pure qualsiasi fonte di calore, comprese le lame dei frullatori. Può essere quindi protagonista di un confronto che non richiede fuochi, pentole, acque bollenti, pasta (inciso per me trenette a vita) e così via, come per le altre sfide tra forni, fornelli e padelle. E quando il tempo di un concorso, ieri mezzora, è scaduto, un cucchiaino e via ad assaggiare.
Il vincitore, Gianluca De Simone, con Sergio Di Paolo dell'Associazione culturale dei Palatifini
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi