23-05-2012

Ducasse va al massimo. Con Bottura

Un lunedì sulla Torre Eiffel pensando agli Rencontres Essentielles e a Identità New York

Alain Ducasse, 56 anni a settembre, chef pluri-ste

Alain Ducasse, 56 anni a settembre, chef pluri-stellato, è a capo di un gruppo che conta oltre venti insegne. In quella sulla Torre Eiffel, dedicata a Jules Verne, ha ospitato lunedì 21 maggio un pranzo nel segno della migliore cucina cinese. Il francese sarà tra i protagonisti di Identità New York dal 12 al 14 ottobre prossimi

Certo, l’uomo ha inventato mille modi per comunicare, oggi contano soprattutto web, sms e telefonini, però vogliamo mettere il faccia a faccia sopra i tetti di Parigi? L’appuntamento, per Cinzia Benzi e per il sottoscritto, due distinti voli di buon’ora, per mia fortuna quello con l’orario di partenza meno notturno è il mio, è con Alain Ducasse per via di Identità New York e con il suo chef al Plaza Athénée, Christophe Saintagne, classe 1977, normanno, per andare oltre la facciata di un'insegna dorata.

Arriviamo di lunedì, Parigi ancora con i negozi serrati e la pioggia battente. La Benzi è ancora nelle viscere dell’hotel in Avenue Montaigne, inghiottita dalla macchina organizzativa del gruppo Ducasse. Riemergerà sorridente, tanti appunti e la voglia che sia già ora di cena per scoprire la nuova mise en place di un ristorante tre stelle Michelin in un albergo cinque stelle lusso: non siamo al minimalismo, al sottotraccia come al Noma a Copenhagen o alle Calandre da noi in Italia, ma si deve considerare anche da dove uno parte, da quale altezza quando si decide di spogliarsi di qualcosa. Tra chi è vestito da sci, scarponi compresi, e chi in costume da bagno c’è una certa differenza a livello di spogliarello.

Cambiano i tempi, meno l’anima, in ogni modo, perché quella l’hai dentro, uomo o popolo che sia, e ti accompagna lungo tutti i tuoi percorsi. In tal senso, arriveremo alla base della Tour Eiffel, pilone sud, per pranzare ai 123 metri del Jules Verne, uno dei 22 locali ducassiani, e due che sono in attesa come noi dell’ascensore, parlano tra loro. Rubiamo un concetto: “Questo è il lusso alla francese”. Non sappiamo a cosa si riferiscano di preciso, ma di certo i cugini sono delle spugne. Orgogliosi al massimo grado, un orgoglio che a volte sconfina nell’arroganza, capaci di trasformare in oro ogni loro cosa, maestri di marketing a 360°, stanno riposizionando il loro concetto di lusso e di piacere.

L’invito è per il secondo appuntamento con una serie di quattro pranzi che Ducasse ha battezzato “Les rencontres essentielles”. Obiettivo: “Esaltare come non mai i sapori autentici che incontriamo in natura, la tecnica deve servire a questo”. Il primo è stato al Plaza Athénée con Alex Atala, i prossimi due dopo l’estate.

Lui, Alain, mette il locale e le pubbliche relazioni, compreso 48 ore fa l’attovagliamento di un ex presidente della repubblica, Valéry Giscard d’Estaing, di anni 86, il gruppo Moet Hennessy il bere e lo chef ospite il cibo. Cina sugli scudi dopo il Brasile. Se comanda il senso degli affari, facilmente vedremo un indiano e un russo. Certo più Bric che Pigs.

Mango, così lo chef cinese Dong Zhenxiang ha chiamato lunedì scorso, 21 maggio, il suo dessert al termine di un pranzo d'eccellenza al Jules Verne, il ristorante di Alain Ducasse sulla Torre Eiffel a Parigi

Mango, così lo chef cinese Dong Zhenxiang ha chiamato lunedì scorso, 21 maggio, il suo dessert al termine di un pranzo d'eccellenza al Jules Verne, il ristorante di Alain Ducasse sulla Torre Eiffel a Parigi

Stampa, personaggi e autorità cinesi, lì a metà strada tra i giardini lungo la Senna e il cielo, si sono mossi sicuri e sorridenti, per nulla impacciati, forti. Una forza che nasce dalla loro economia e da quella europea, da un piatto della bilancia su e dall’altro giù. Appuntamento “essentiel” con la cucina di Dong Zhenxiang, maestro di cucina, quattro locali, tre a Pechino e uno nella capitale dello Henan, Zhengzhou. Un leader e non potrebbe essere altrimenti. Vini da sogno richiedono cibi altrettanto da favola. Dopo il millesimi 2002 e 2003 di Dom Pérignon, l’Oenothèque 1996 e a seguire il 1973. Poi lo Chateau Cheval Blanc servi en magnum, millesimo 2000, quindi lo Chateau d’Yquem 1988 e infine, con il tè in una tazza accanto, l’Hennessy Paradis Impérial.

Grandiosa missione di pubbliche relazioni per tutti. Benzi e io ammirati. Ci sarà anche tempo per uno sguardo al futuro, a Identità New York quando Ducasse a ottobre, da venerdì 12 a domenica 14, sarà con noi a Eataly: “Paolò, sera une grande chose avec Massimo“, Massimo Bottura. Un viaggio nell’eccellenza italiana.


Affari di Gola di Paolo Marchi

Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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